Fantini, un martello tutto d'oro. Per Tortu rimpianto d'argento

L'azzurra domina la gara, il velocista non riesce a distendersi nei 200 e viene battuto a sorpresa dallo svizzero Mumenthaler

Fantini, un martello tutto d'oro. Per Tortu rimpianto d'argento
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Il trionfo di Sara, il rammarico di Tortu. La Fantini, già bronzo due anni fa a Monaco, è medaglia d'oro nel lancio del martello agli Europei di atletica grazie alla misura di 74,18 metri, suo primato stagionale. Che peccato per Filippo, soltanto argento quando aveva la grande occasione di eguagliare due miti dell'atletica italiana che avevano vinto allo Stadio Olimpico: il grande Livio Berruti ai Giochi del '60 e la Freccia del Sud Mennea agli Europei del '74. Per Tortu, battuto dallo svizzero Timothé Mumenthaler in 2028, un 2041 che peggiora il crono delle semifinali di 2014. Bronzo all'altro elvetico William Reais in 2047. Quinto è invece l'altro azzurro Fausto Desalu (2059).

Ma partiamo dall'oro della Fantini. Prima di ieri, infatti, l'Italia era salita sul podio degli Europei soltanto al maschile. La carabiniera di Fidenza (Parma) ha battuto niente meno che la polacca Anita Wlodarczyk, campionessa di tutto nonché primatista mondiale. Sara Fantini avrebbe anche potuto recitare nei film western, lei che prima di lanciare il martello praticava l'equitazione americana, quella dei cowboy. Ma per fortuna nostra ha deciso alla fine di abbracciare l'atletica come i genitori: infatti, la ragazza 26enne emiliana è una doppia figlia d'arte - papà Cocco Fantini, finalista olimpico del peso ad Atlanta '96, e la mamma Paola Iemmi, specialista delle prove multiple e poi del giavellotto -. Ci siamo scoperti anche popolo di lanciatori, visto che pure Leonardo Fabbri ha vinto l'oro qui ma nel getto del peso. Gli azzurri salgono così a 17 medaglie: 8 ori, 6 argenti e 3 bronzi.

Filippo aveva una voglia matta di vincere in casa. Alla vigilia dei 200, diceva di voler fare in curva «un omaggio a Berruti, correre tipo lui». Il torinese è sempre stato l'idolo del finanziere, figlio di un velocista, Salvino Tortu, che lo allena a Giussano insieme al fratello Giacomo. Tanto che ai Mondiali di Doha si presentò ai blocchi della finale dei 100 con scarpe bianche come Berruti. Col quale si scrive per mail e si messaggia per whatsapp. «Parlargli è sempre di grande ispirazione», ha spesso raccontato Filippo, che conosce a memoria il film della sua gara di Roma '60. L'ispirazione non è bastata.

Ieri un altro ragazzo lombardo, Luca Sito, che si allena a Giussano con Tortu, non è riuscito a migliorare il record nazionale di 4475 stabilito nelle semifinali: nei 400 metri ha chiuso quinto in 4505, un peggioramento che gli ha

impedito di prendersi il bronzo. Ma il 21enne milanese, che vive in Porta Romana, ha già al collo l'argento della 4x400 mista del primo giorno. Senza dimenticare il pass olimpico per la gara individuale del giro di pista.

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