Non l'hanno congedato, l'hanno messo alla porta. Il nuovo cda del Milan americano appena entrato in carica ha tolto la delega di ad a Marco Fassone e l'ha licenziato per giusta causa dal ruolo di direttore generale. Inevitabile il primo passaggio al culmine del cambio di proprietà, traumatico il secondo conseguenza della trattativa naufragata nella giornata di venerdì, a poche ore dall'assemblea che ha segnato l'inizio dell'era di Elliott alla guida del club rossonero. I motivi ufficiali sono stati spiegati, in modo didascalico, dal comunicato ufficiale seguito alla riunione, che è una vera e propria lettera di licenziamento per giusta causa: i piani di previsione economico-finanziaria e la struttura della società cinese. Ma ce ne sono altri due che sono stati oggetto di contestazione durante l'incontro tra Fassone e i rappresentanti del nuovo azionista. Il primo: nel mese di aprile, quindi in piena bagarre societaria quando si sapeva che Yonghong Li non avrebbe onorato l'aumento di capitale sociale, l'ad ha proposto e ottenuto dal cda cinese il prolungamento del proprio contratto (dal 2020 al 2021) con aumento dello stipendio annuale. Il secondo: la sua partecipazione attiva ai tentativi effettuati da Han Li di cedere, anticipando la scadenza del fondo, ad altro acquirente il pacchetto di maggioranza cinese.
Lo scenario futuro è scontato: Elliott e Fassone si ritroveranno in un tribunale per dirimere la vertenza. Durante il tentativo di conciliazione, raccontano le diverse fonti, l'ex ad milanista si è mostrato intransigente così da provocare l'altrettanta reazione muscolare di Elliott. Identico il destino capitato al braccio destro di Fassone, Massimiliano Mirabelli conosciuto ai tempi dell'Inter dove guidava lo staff degli osservatori, promosso ds e autore della campagna acquisti della scorsa estate. Nelle ultime settimane, a causa del rinnovo contrattuale ottenuto dall'ad, il ds ha avuto uno scontro con il suo sodale lamentando il fatto d'essere rimasto escluso dalla pratica (il suo contratto è in scadenza nel 2020). Il nome di Mirabelli era iscritto sulla lista dei partenti per il viaggio negli Usa del team: è stato depennato.
Elliott ha garantito di aver già individuato il successore di Fassone ma non ne ha fornito l'identità. Sono in corso contatti per definire nel dettaglio ruoli e mansioni. Da Londra, al presidente Scaroni, a più riprese, è stato fatto il nome di Ivan Gazidis, attuale ceo dell'Arsenal con uno stipendio molto ricco (2 milioni di sterline) e maggiore visibilità operativa dopo la partenza di Wenger. Sul tavolo di Singer però è sempre aperto il curriculum di Umberto Gandini che è italiano, conosce alla perfezione il calcio di casa nostra e il mondo Milan, ed è apprezzato dall'Uefa dove ha ricoperto ruoli dirigenziali. I due, uniti da vincolo di sincera amicizia, potrebbero anche lavorare fianco a fianco.
L'uomo di calcio invece è Leonardo, milanista di antica data, prima calciatore, poi dirigente al fianco di Galliani, quindi tecnico del dopo Ancelotti, esperienza durante la quale logorò il suo rapporto con il presidente Silvio Berlusconi. Con Gattuso c'è già stata la telefonata che ha segnato la riconciliazione dopo la baruffa chiozzotta dell'aprile 2011.FOrd
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