Una fata in equilibrio tra pedana e vita. La medaglia dopo l'addio tragico al papà

Alice D'Amato e la sorella Asia: dedica al genitore morto di tumore. Una vittoria che sa di rivincita sul destino

Una fata in equilibrio tra pedana e vita. La medaglia dopo l'addio tragico al papà
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- nostro inviato a Parigi -

Forse è più facile volteggiare e rischiare l'osso del collo quando ti strappano il cuore. Sfidare il mondo su una trave larga dieci centimetri a un metro e venticinque da terra diventa una sciocchezza se quello stesso mondo ti ha portato via il padre per un tumore e giorno dopo giorno, lacrima dopo lacrima, ti domandi ma perché lui e proprio lui, «il mio papà pompiere che lavorava salvando vite». È oro o fuoco non spento quello di Alice? È oro meraviglioso o dolore che spella il talento e lo trasforma in carne viva capace di avvertire le vibrazioni dell'aria e dell'equilibrio? È oro o dolce e orgogliosa vendetta di un animo giusto che realizza qualcosa di unico, magico, fatato, in fondo sono le fate, le chiamano così? Cosa c'è di più profondo della vendetta di una fata per le cose storte che troppo spesso si accaniscono contro le stesse persone? Prendiamo la sorella di Alice, Asia, ginnasta come lei, ginnasta che una manciata di mesi fa, ai campionati italiani, si è infortunata e addio alle olimpiadi. Ma perché? Perché?

La risposta sta nel sussurro di Asia. Grazie al cielo il web regala anche poesia. «Ne abbiamo passate tante insieme. E la perdita di nostro padre ha indubbiamente lasciato una cicatrice, ma il nostro legame ci ha aiutato a superarla più facilmente». In quelle virgolette sta tutta la difficoltà di due ragazze che hanno perso la guida. Non l'equilibrio. «Io non ho più parole cosa hai fatto sorellina mia... Papà questo è per te».

Due anni senza di lui, ventiquattro mesi senza papà Massimo, perché quando sei troppo giovane si contano così i giorni senza quell'amore lì; forse anche dopo si contano così ma le croste della vita sono più spesse, «tra due giorni è già un mese che non ci sei più papà non sai quanto ci manchi» scriveva Alice, «ogni giorno sempre di più!!!».

Parole che luccicano anche solo leggendole, parole che però contengono sempre la promessa forte di un impegno da portare a termine. Non fai il pompiere se non sei pronto a montare su una scala ed entrare; non fai il pompiere se di fronte alla finestra in fiamme ti giri e torni giù. Questione di carattere, serietà, applicazioni, magari chiamiamoli pure un'altra forma di talento. Lo stesso consegnato alle sue figlie. «Non sai cosa daremmo per dirti anche una sola volta ciao papà» è sempre Alice, «e abbracciarti forte forte!!! Per dirti tutto quello che abbiamo fatto e che stiamo continuando a fare per te e per noi!!»

Per te e per noi. Quello di Alice è un oro olimpico, è il coronamento di una vita, ma come si fa ad aver raggiunto già tutto a 21 anni, per cui è soprattutto una dolce e romantica e per sempre impari vendetta sul destino. «Mai diventerai un ricordo sbiadito con il passare del tempo...

sei stato e sarai sempre orgogliosissimo e felicissimo delle tue bimbe continuerai insieme a mamma ad essere il nostro fan e tifoso numero uno». Alice, Asia, mamma Elena. Felicità e orgoglio con papà nel cuore. E nell'oro.

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