Fede lancia la Champions che farà ricchi i nuotatori

Dodici squadre si sfideranno tra Europa e Usa La Pellegrini: "Così anche noi finalmente pro"

Fede lancia la Champions che farà ricchi i nuotatori

C'è un allenatore che come Mourinho firma un contratto, come Mourinho siede in panca, come Mourinho guida il club della città e di quella nazione alla conquista, si spera, di un trofeo internazionale. Un tecnico che come Mourinho ha il compito di far sognare i tifosi e come Mourinho può essere esonerato. E c'è una squadra in cui i fuoriclasse e le vite da mediano si mischiano ma che non scendono in campo a tirare calci bensì in vasca a menare bracciate nei 50 e 100 e 200 e 400 e staffette. Una squadra che non è composta di 11 calciatori ma di 24 nuotatori, 12 uomini e 12 donne all'insegna di un concetto ancora difficile da comprendere a Gedda e dintorni. A proposito: c'è anche in palio ben più della Supercoppa d'Arabia tra Juve e Milan. Perché la formula pensata da Andrea Di Nino, general manager della neonata Isl, l'International swimming league voluta e finanziata dal magnate ucraino Konstantin Grigorishin per colpa del figlio Ivan che l'aveva introdotto al nuoto e per colpa della passione e l'odor di business che hanno fatto il resto, ha come obiettivo dichiarato diventare la Champions league del nuoto e accompagnare i nuotatori nell'era del vero professionismo. «E per questo un giorno così rappresenta l'anno zero per il nostro sport» dice lei convinta.

Lei è Federica Pellegrini. Non sembra per contratto la determinazione che si legge nei suoi occhi mentre parla nel foyer di un grande hotel nel cuore di Milano. Anche se ha appena firmato l'accordo nel duplice ruolo di ambasciatrice nel mondo del nuovo format e di atleta che presto nuoterà nel nuovo format. Primo appuntamento a Roma in agosto. Perché all'anno zero ci crede lei come ci credono i trenta big che hanno già firmato. Dagli altri ambasciatori-atleti come Adam Peaty in Inghilterra e Katinka Hosszu in Ungheria, ai soli atleti come Gregorio Paltrinieri, Fabio Scozzoli, Simona Quadarella, Gabriele Detti solo per stare ad alcuni degli italiani. «Lo faccio perché sono rivoluzionaria» aggiunge Fede, «e perché amo il mio sport. Questo è un movimento che ci porterà in una nuova dimensione, creando una Champions league stile calcio che attiri pubblico e attenzione al di fuori dei grandi aventi tradizionali, trasformandoci in veri professionisti. Non vedo perché il nuoto la faccia da padrone alle Olimpiadi e non possa però essere uno sport professionistico». L'obiettivo, per citare lo stesso Grigorishin, è avvicinare, anche nelle possibilità di guadagno, i nuotatori ai «colleghi» di sport come il calcio, il tennis, o le leghe statunitensi. Ci vorrà tempo ma questo è il primo passo. «Non si inizia per soldi a nuotare ed è chiaro che olimpiadi e mondiali non possono essere sostituiti» prosegue Federica, «però sarà questa la mia missione nell'anno e mezzo che ancora affronterò come atleta; e poi chissà, magari andrò avanti con un altro ruolo...».

La ricetta è intrigante. Regular season di 12 appuntamenti in ognuna delle città dei club partecipanti (per l'Italia, Roma), sei squadre europee e sei statunitensi a sfidarsi su distanze e stili diversi, no medaglie e podi ma punteggi, passano le migliori otto e play off in dicembre a Las Vegas. Ogni club con un proprio allenatore, per l'Italia Matteo Giunta, il coach di Fede. «Farò da selezionatore» dice, «scegliendo gli atleti anche a seconda dei loro impegni e dello stato di forma momento per momento...». E «mercato» aperto agli stranieri: un australiano potrà essere ingaggiato dal club Roma o dal club Budapest o da quello di Londra... Mi stimola l'idea di confrontarmi nella gestione di atleti di altri Paesi...» aggiunge il Mourinho del nuoto. Il nostro Mourinho in questa neonata Champions. Ce ne saranno altri undici. Tutti agguerriti come i rispettivi atleti in squadra. Tutti ingaggiati, tutti pagati, «e chi arriverà alla finale di Las Vegas avrà incassato più o meno 100mila dollari». Che per i veri Mourinho e CR7 sono niente. Per la stragrande maggioranza dei nuotatori sono tantissimo.

Anche per questo la maggior parte di loro è compatta nel reggere l'onda d'urto della Federazione internazionale che è corsa ai ripari copiando maldestramente qualcosa di simile mentre osteggia l'ISL e minaccia di squalificare gli atleti che vi parteciperanno. C'è una causa aperta. «Alla fine non credo accadrà nulla.

Che senso avrebbe per la Federazione mondiale un braccio di ferro che svuoti le Olimpiadi squalificando più o meno tutti visto che i big internazionali hanno aderito compatti? Si troverà un accordo...». Parola di Fede. Capo dei ribelli. Ambasciatrice. Avvocato difensore. Anche nuotatrice.

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