nostro inviato a Wimbledon
E poi dicono che nella vita non bisogna mai mollare e se magari non ci credi arriva una partita di tennis a darti una lezione. Perché nello sport, in certi sport, non è finita finché non è finita e tutto diventa meraviglioso anche se non sempre esiste il lieto fine, almeno quello che sperava Wimbledon tutta - arrivata sul Campo Centrale per rivedere vincere il suo re. Ma se anche poi non ha vinto il Migliore, questa volta ha vinto il migliore, cioè Novak Djokovic che ha sconfitto Roger Federer nella partita in cui aveva tutto contro, anche il destino. In fondo, se non è ancora considerato il re dell'All England Club dopo averlo conquistato la seconda volta per il suo settimo Slam della carriera - come McEnroe e Wilander-, lo è (tornato) per la classifica mondiale. E questo gli basta, per dedicare esausto la coppa più bella del tennis alla futura moglie Jelena e al futuro baby che cresce dentro di lei: «Sto diventanto padre, la gioia più grande che possa accadermi.
Grazie Roger, che mi hai concesso di vincere, quello che è successo oggi è la dimostrazione di quanto sei grande». Già, perché siccome nel tennis non è mai finita a un certo punto il tabellone segna 6-7, 6-4, 7-6 per Djokovic, e 5-3, e servizio, il che vuol dire appunto che la questione sarebbe chiusa qui. Ma Roger Federer non ha vinto per niente sette volte Wimbledon e 17 tornei del Grande Slam, non sarebbe Roger Federer se decidesse di mollare, se non avesse il cuore del Più Grande. E così, come per magia, il punteggio diventa 7-5 e si va al quinto set, dove a un certo punto sembra sia finita per Djokovic, quando sul 3-3 c'è una palla-break per il Divino e il Campo centrale tifa per l'inesorabile. E invece Novak tira fuori l'ultimo fiato, Roger arriva spompo al momento della verità e il 6-4 finale premia il migliore, ma in fondo anche il Migliore.
Alla fine infatti Roger Federer esce da sconfitto ma non da battuto, fa sorridere il pubblico adorante dicendo che «davvero non ci credo di essere arrivato al quinto set» e ammette che tutto è stato troppo «fisicamente duro». A quasi 33 anni e dato per finito troppe volte. Ma non è mai finita, almeno per lui che promette di tornare l'anno prossimo mentre lascia il palcoscenico ad un commosso Nole. Lui che guarda là sulla tribuna, dove con mamma Mirka ci sono le gemelle Charlene Riva e Myla Rose che hanno lasciato a casa i due nuovi arrivati Leo e Lenny.
Applaudono felici, lui sorride: «Non so bene se capiscono che cosa è successo, però io mi sono divertito e dunque è giusto che siano contente». Ecco, insomma: Djokovic e Federer ci hanno dato una grande lezione, ovvero che non bisogna mollare mai e - comunque vada - bisogna saper amare il tennis. Così - soprattutto - come la vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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