Sarà stato l'effetto Del Piero o forse no. Il punto è che il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha sciolto la riserva: «Mi ricandido: hanno fatto di tutto per farmi desistere, contro di me ci sono stati dossier illegali e aggressioni. Ma non temo l'inchiesta. Del Piero? Qualcuno lo deve candidare. Agli Europei anche io potevo fare meglio. La serie A? Ha ottenuto il miglior risultato possibile».
Il consenso elettorale favorevole alla sua rielezione si sta rafforzando. L'ultimo intervento, firmato da Urbano Cairo, ha probabilmente costituito la spinta a sciogliere la riserva. «Gravina ha fatto anche bene in certi momenti, è stato molto bravo durante la pandemia dove è riuscito a tenere la barra dritta» il riconoscimento di Cairo che ha contestualmente ridimensionato l'eco di una eventuale candidatura di Del Piero. «Mi sembra più una suggestione giornalistica che altro», ha spiegato il patron del Torino.
Il giudizio tiene conto del sistema elettorale calcistico (solo una componente chiamata al voto può esprimere il potenziale candidato) e del posizionamento di asso-calciatori e asso-allenatori i quali non hanno espresso alcun gradimento nei confronti dell'ex juventino. A rendere ancora più consistente il fronte favorevole a Gravina c'è anche da registrare la dichiarazione di Paolo Scaroni, presidente del Milan, che votò contro la riforma elettorale presentata dall'attuale presidente federale, ma ha invitato i protagonisti «a mettere fine ai bisticci», con riferimento alle tensioni tra Lega serie A e Gravina.
La ricaduta di questo nuovo posizionamento si registra nelle manovre per l'elezione del presidente della Lega serie A. Un po' a sorpresa, per oggi, è stata convocata un'assemblea per decidere la proceduta elettiva, passaggio burocratico mai registrato nella storia dell'associazione che ha sempre provveduto, nei giorni fissati, ad esprimere il voto dei 20 club. È il segno della vecchia maggioranza (Lotito-De Laurentiis) di provare a serrare le file mentre il nuovo fronte, coagulato attorno a Marotta e alla Juve, ha già pronto un tris di candidature da proporre ai presidenti.
Tra questi, oltre a Carlo Bonomi, ex presidente di Confindustria, già entrato in lizza e poi sfilatosi nella tornata precedente, compaiono il commercialista Simonelli e Umberto Gandini, il più titolato per esperienza calcistica (ha lavorato con Milan, Roma e Uefa) e godrebbe anche del consenso di Coni e governo.
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