Nella giornata di ieri si sono tenuti i funerali del grande Pietro Anastasi, scomparso venerdì sera dopo aver richiesto ed aver ottenuto la sedazione assistita. L'ex giocatore di Juventus ed Inter stava combattedo da oltre tre anni contro la Sla ma alla fine si è dovuto arrendere e sono stati i familiari, il figlio Gianluca e la moglie Anna Bianchi, a raccontare le sofferenze del grande bomber siciliano anni sessanta e settanta.
Il figlio Gianluca ha raccontato le ultime volontà del padre: "Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ ospedale di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente. Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito".
La moglie, sua compagna per 53 anni, ha parlato straziata della difficile richiesta del marito che ormai stremato non aveva più voglia di combattere: "Mi devi promettere che mi fai morire. Voleva andare in Svizzera come Dj Fabo, porre fine alle sue sofferenze con il suicidio assistito. Me lo chiedeva quando era già malato, ma non sapeva ancora di avere la Sla".
Tra sabato e domenica si è giocata la 20esima giornata di Serie A e solo in due campi, Torino e Lecce, si è celebrato il minuto di silenzio in favore di Anastasi. L'ex compagno di squadra di Anastasi, Claudio Gentile ha criticato la Federazione per questa assurda scelta: ''Sono molto arrabbiato, è una cosa vergognosa. Uno come lui, con quello che ha fatto anche con l’Europeo doveva essere riconosciuto a livello totale. Però, in Italia non si rispettano persone che fanno anche cose importanti. Non posso dare consigli a nessuno, sarà la loro coscienza a darli. Se un giocatore come lui non viene riconosciuto è una cosa gravissima''.
Anche il figlio di Anastasi, Gianluca ha appoggiato il pensiero di Gentile ai microfoni de La Repubblica: "Siamo d'accordo con quello che ha detto Claudio Gentile. In tanti però, da Zoff a Mazzola, lo hanno ricordato come esempio di umiltà e umanità, è stato bello sentire dai suoi ex colleghi queste belle parole. Ma ne ero sicuro".
Gianluca ha poi ricordato la figura del padre: "Era un papà grande, affettuoso che non ci ha mai fatto mancare niente. Era l'orgoglio della nostra famiglia. Era bello quando andavamo a vedere la nostra Juventus che c'era ancora tutto questo affetto per mio padre. Cinque mesi fa ha scoperto di avere la Sla, noi ci eravamo già messi il cuore in pace e lui era demoralizzato e ogni settimana peggiorava sempre di più".
Chiusura dedicata al grande coraggio di Anastasi: "Avrei fatto lo stesso ma lui ha avuto molto coraggio. A mia mamma l'aveva sempre detto e credo l'abbia fatto anche come segno verso la nostra famiglia perché non ce la faceva più a vederci soffrire".Segui già la pagina di sport de ilGiornale.it?
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