Fill e Paris, voglia di stupire a Kitzbühel Hanno dominato le ultime 2 edizioni

Ieri male i nostri nel SuperG dimezzato. Svindal 1° davanti a Jansrud

Fill e Paris, voglia di stupire a Kitzbühel Hanno dominato le ultime 2 edizioni

Kitzbühel Kitz è Kitz, da sempre e per sempre. Per questo, anche per questo, qui tutto è permesso e lecito, anche svilire la Streif, la pista del mito dove ogni velocista sogna di vincere. Kitz è anche il posto dove la fantasia regna sovrana e dove pur di evitare un annullamento ci si inventa di tutto. Il superG di ieri entrerà negli annali per la 35a vittoria di Aksel Lund Svindal e la nuova doppietta norvegese con Kjetil Jansrud secondo, ma anche per essere stato disputato su una pista inedita, con arrivo non all'arrivo e quindi senza pubblico, qui dove il pubblico è sempre protagonista (anche ieri erano in trentamila a seguire l'azione su uno schermo). Il piano B ha in ogni caso funzionato, peccato solo che nessuno abbia previsto, dopo il cambio di programma e il posticipo di un'ora e mezza, una nuova lista di partenza. Dominik Paris per questo era furioso: aveva scelto il numero 3 pensando di gareggiare sulla solita pista, si è ritrovato a spazzare la neve fresca per gli altri. Va detto però che ha sciato male un po' ovunque, finendo 16°, terzo azzurro dopo Peter Fill, settimo e soddisfatto, e Innerhofer, 11°. Inutile guardare indietro però, la gara è andata e domani, cioè oggi, è un altro giorno, è il giorno della discesa. Campione uscente è Dominik Paris, che dopo il nervoso di ieri sarà più carico e motivato che mai, oltre che più riposato degli altri visto che è scappato dal traguardo come un razzo senza doversi sorbire le ore di interviste, conferenze, premiazioni e tutto il solito rituale post podio che qui è più coinvolgente e stressante che altrove. La speranza dei nostri, ma di tutti in realtà, è che nella notte le nuvole se ne siano andate e con loro l'umidità, lasciando posto al freddo, indispensabile per indurire la neve e rendere la Streif quello che è, la discesa più temuta e rispettata del circuito. «Qui bisogna trovare il coraggio di attaccare e non subire, di sciare e non scendere, solo così si può sperare di arrivare in fondo sani e salvi e di andare forte» raccontava ieri Peter Fill, vincitore nel 2016.

Già, grazie a Peter nel 2016 e Dominik nel 2017 (oltre che nel 2013), l'Italia è protagonista nell'albo d'oro recente di questa discesa, nel quale manca invece Svindal. La sfida sarà fra loro, con probabile inserimento di Feuz, Theaux e degli austriaci Mayer e Reichelt, ieri terzo e quarto divisi da un solo centesimo.

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