Fiorentina-Inter è un esame verità tra americane dall'anima opposta

Commisso proprietario vecchio stile contro il fondo d'investimento Oaktree

Fiorentina-Inter è un esame verità tra americane dall'anima opposta
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Gli americani non sono tutti uguali, Rocco Commisso a modo suo andrebbe tolto dal mazzo delle proprietà Usa che gestiscono 9 dei 20 club di Serie A. Commisso è un imprenditore. Fa calcio quasi come lo facevano i vecchi presidenti. Certo, se deve vendere, vende, spesso alla Juventus, cosa che a Firenze piace molto poco. Origini calabresi, ha fatto fortuna negli Stati Uniti, ha acquistato la Fiorentina dai Della Valle nel 2019 per 170 milioni, ne ha immessi nel club altri 300 in questi 5 anni. Voleva lo stadio di proprietà, si è arreso alla burocrazia. Ha costruito il Viola Park, cittadella sportiva senza centri commerciali, hotel e speculazioni varie. Valore vero per la Viola. Che fra l'altro ha conti in perfetto ordine, anche grazie ad alcune cessioni dolorose.

Quello con l'Inter non è un derby americano, proprio perché Oaktree è un'altra cosa. È proprietà speculativa, un fondo di investimento che s'è ritrovata in pancia il club dopo che il creditore (Zhang, gestione attaccata pesantemente a più ripresa proprio da Commisso) non è riuscito a onorare un debito (275 milioni diventati 395 in 3 anni, già dal tasso di interesse si capiscono tante cose). Cose già viste a Milano. Gestisce il club da pochi mesi, s'è affidato agli uomini di calcio che ha trovato, ma ha in atto una profonda ristrutturazione, che è già costata il posto a parecchi dirigenti. Lo scopo è quello di ripianare i debiti, non sarà semplice perché ce ne sono tanti, ma il cammino è già cominciato. L'ultimo bilancio ha registrato la perdita minore delle ultime stagioni (-36 milioni) con un risultato operativo di sostanziale parità.

Vuole lo stadio, con i cugini di RedBird, ma lo vuole con i complementi, un'operazione miliardaria di real estate, club di calcio che diventano imprese immobiliari. Commisso può tenersi la Viola per un sacco di tempo. I fondi no: devono fare soldi per la loro stessa natura: Elliott ha venduto, Oaktree venderà e l'operazione stadio aiuterà a farlo. Beppe Marotta e i suoi collaboratori sportivi sono la garanzia, conoscono il calcio e riescono a restare competitivi nonostante ormai 3 anni di mercati a saldo zero.

Certo è che Fiorentina-Inter è partitissima davvero. Per capire quanto vale la Viola (con quella coppa del giovedì che non aiuta) ma pure per misurare la pressione dell'Inter, finora capace di vincere solo lo scontro diretto con l'Atalanta (fine agosto, Gasp senza mezza squadra), poi battuta dal Milan e fermata da Juventus e Napoli. Inzaghi è inusualmente in emergenza, senza 3 difensori su 6: Pavard, Acerbi e Carlos Augusto. Darmian è l'unico cambio nel reparto, per cui per conseguenza anche il centrocampo diventa scontato.

In attacco la ThuLa. In estate, Inzaghi aveva chiesto l'ex granata Rodriguez, bocciato perché non in linea col progetto Oaktree, così in difesa è arrivato l'argentino Palacios, 1 presenza e 9 minuti in 4 mesi. Il mercato a saldo zero.

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