Mondiali in Qatar: ecco quanto costerebbe l’esclusione dell’Italia

La Nazionale di calcio italiana perderebbe decine di milioni di euro se non partecipasse a Qatar 2022. Discorso diverso, invece, per diritti tv e sponsor: ecco una stima precisa

Mondiali in Qatar: ecco quanto costerebbe l’esclusione dell’Italia

Oltre al valore puramente sentimentale, da "stadio" o meglio da tifosi della Nazionale italiana di calcio e senso di appartenenza alla maglia azzurra, non qualificarsi al Mondiale del Qatar 2022 significherebbe un danno enorme soprattutto in termini economici.

Tutti i mancati ricavi

Il dio denaro comanda sempre, soprattutto nella macchina chiamata calcio, non è certo una novità dell'ultim'ora. Facciamo adesso un po' di conti: la sola qualificazione al Mondiale ti "regala" 10 milioni di euro, poi vale la stessa regola delle competizioni europee per club come Champions o Europa League, più vai avanti e più soldi guadagni. Un passaggio agli ottavi di finale varrebbe ben 20 milioni di Euro, ai quarti se ne aggiungono altri quattro fino ad un ricavo complessivo di 64 milioni diventando campioni del mondo. Non proprio bruscolini anche perché, di quei soldi (seppur in minima parte), ne beneficerebbe l'intero movimento calcistico italiano. L'Italia campione d'Europa, per esempio, ha portato nelle proprie casse ben 28,25 milioni di euro secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport. Quindi, un'eventuale mancata qualificazione a fine marzo direbbe anche addio a entrate di tutto rispetto.

Cosa succede con diritti tv e sponsor

Nel campo dei diritti tv la situazione è un po' particolare: anche senza Qatar, infatti, non si soffrirebbe un calo di fatturato perché i contratti sono blindati e i diritti tv garantiti con un potenziale aumento del 10%, da 140 si passerà a 150 milioni. Come riporta il quotidiano rosa anche dopo l'eliminazione dal mondiale russo a causa della Svezia, l'Italia calcistica ha aumentato il fatturato da 285 milioni del quadriennio 2015-2018 a 374 milioni di quello 2018-2022. Come mai? "Intanto la scelta di non rivolgersi a un advisor per vendere i diritti, rinunciando al minimo garantito ma incassando tutto. Poi la diversificazione delle attività e il coinvolgimento degli sponsor oltre la semplice visibilità dei marchi".

Nonostante il flop di Ventura, la Figc non ha visto nessuna riduzione dei propri partner (sponsor) che hanno continuato a puntare sulla Nazionale (visto come è andato all'Europeo hanno fatto bene). Gli unici ricavi certi, mancati, sono quelli relativi alla qualificazione a Russia 2018, dopodiché come i gatti cadono in piedi e si rialzono così è accaduto alla Federazione. Adesso, però, sarebbe diverso perché alcuni sponsor rinnoveranno (o meno) i loro contratti tra marzo e dicembre 2022: in caso di flop, quindi, qualche contratto eccellente potrebbe andare a farsi benedire.

Il fatturato del futuro

"Non sono preoccupato. Il nostro progetto non è vincere l'Europeo o il Mondiale e non finisce a Belfast. Abbiamo raddoppiato il valore commerciale anche in tempi di magra, dando un'immagine importante del calcio italiano", afferma il presidente della Figc, Gabriele Gravina. La "serenità" è dovuta anche ai maggiori incassi di sponsor tecnici come Puma e Adidas (rispettivamente 92 e 140 milioni). Maggiore incertezza su quelli commerciali e fornitori perché, se si perdesse il Mondiale, si perderebbe anche qualche prezioso milioncino.

Oggi, la nostra Nazionale ha un valore di circa 93 milioni all'anno, dal 2023 salirà a 102 ma potrebbe essere ancora più alto andando in Qatar. Quei 180 minuti compresi tra il 24 e 29 marzo 2022 avranno un valore molto più alto del mero significato sportivo: c'è bisogno di dire perché?

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