È un Max Verstappen furibondo quello che aggredisce Ocon nel dopo gara, durante le operazioni di peso dei piloti. L’olandese era già sbottato con un team radio eloquente: “Spero di non trovarmelo davanti nel paddock, perché quel ragazzo avrà un ca**o di problema. Che stro*zo“. Il team ha fatto quadrato intorno al giovane Verstappen, con Horner e Marko furenti per quanto accaduto: dal “fott*to idiota” al “tale idiota con un sedile promesso per il 2020”, queste le reazioni del muretto Red Bull.
Episodi tristi, che gettano ombre su una serie di weekend emozionanti come non si vedevano da tempo: lo scontro in pista ha fatto alzare una serie infinta di voci su presunti complottismi Mercedes, non così campati per aria viste le performance in ribasso delle frecce d’argento. Che in questa maniera hanno definitivamente messo la parola fine alla lotta per il Mondiale Costruttori.
Dall’altro lato, questa aggressione del giovane Max ha fatto rivivere il carattere impulsivo del padre, che per certi versi pagò con la carriera a suo tempo. Eloquente il commento gelido di Hamilton a fine gara tra i due sull’accaduto: “lui non aveva niente da perdere, tu tutto”. Una tirata d’orecchie non nuova, una lezione ancora da imparare per l’olandese che suona di già sentita a Vettel, la cui impulsività è costata il mondiale 2018.
Alla fine, la parentesi di spintoni e urla è costata una ammenda per Verstappen: richiamati lui e Ocon dai commissari nel dopogara per spiegare l’accaduto, è stata decisa una due giorni di “servizi pubblici” da svolgere per la FIA entro i prossimi sei mesi.
Max and Esteban shake hands as they return from the stewards #brazilgp #skyf1 #formulaone pic.twitter.com/piGhhh7hpr
— Rachel Brookes (@RachelBrookesTV) 11 novembre 2018
Si rinnova quindi la maledizione del Brasile: singolare che i soggetti coinvolti siano, dopo dieci anni esatti, nuovamente un pilota motorizzato Mercedes per aiutare lo stesso Hamilton.
Sempre su Mercedes. Ocon rischia di diventare il nuovo Timo Glock.Diceva Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, ma tre fanno una prova”. Appuntamento a questo punto tra 10 anni esatti.
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