Formula1, inizia la stagione 2020 con il Gran Premio d’Austria e subito diventa incubo per Vettel: undicesimo tempo, eliminato nella Q2. Una Rossa fuori dalla Q2 nella prima gara della stagione non accadeva dal 2014, il primo dell'era turbo-ibrida. Come i test di febbraio a Barcellona avevano evidenziato, Mercedes nuovamente al comando con una doppietta, distaccando in maniera imbarazzante tutti gli altri rivali. Valtteri Bottas in pole position con il nuovo record della pista in 1:02.939: a soli dodici millesimi il campione del mondo in carica, Lewis Hamilton. Grosso exploit della Racing Point: Sergio Perez sesto e Lance Stroll nono, con quella che da molti è stata etichettata come la fotocopia della monoposto Mercedes 2019. Ironicamente affiancati i prossimi compagni di scuderia, Charles Leclerc e Sainz Carlos: settimo e ottavo rispettivamente, lontani dalla vetta. Ottima prestazione dell’altra McLaren, quella di Lando Norris (quarto), che va a separare i due piloti Red Bull: Max Verstappen terzo e Alex Albon, quinto. La prima delle Red Bull a oltre mezzo secondo dalla coppia Mercedes: il mondiale 2020 inizia come era finito il 2019.
Not a perfect final #Q2 flying lap for #Seb5 lap, and with so many cars so close it meant that he was P11. #Charles16 P10 advances to #Q3. #AustrianGP pic.twitter.com/A8SBtTNWS5
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) July 4, 2020
Incubo Ferrari
“Are we safe?”- “Siamo salvi?”, chiede titubante Leclerc via radio alla fine delle Qualifiche 2. In questa domanda c’è tutto l’incubo ferrarista per una stagione che si prospetta come la peggiore degli ultimi anni. Il carico aerodinamico che a Maranello sono andati cercando durante l’inverno non ha portato i frutti sperati.
Le problematiche legate alla power-unit, la maggior resistenza all’avanzamento in rettilineo, ma soprattutto una mancata correlazione dei dati tra il progetto e i dati in pista, aveva dichiarato Binotto: tanti imprevisti che non hanno pagato nel differente approccio progettuale utilizzato dalla Scuderia per sviluppare la SF1000.
Un “progetto sbagliato” ha mormorato più di una persona nel paddock: sicuramente non quello con cui Sebastian Vettel avrebbe voluto salutare la sua carriera in Rosso, dopo l’appiedamento dei mesi scorsi, confermato ieri da Mattia Binotto.
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