Roma - Italia cancellata dall'Europa calcistica ai quarti di finale come avviene ormai dal 2010, da quando cioè Mourinho portò l'Inter ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie.
Anche la Lazio, ultima superstite del football di casa nostra, lascia il palcoscenico continentale nel quasi deserto dell'Olimpico con il rammarico di non essere inferiore al Fenerbahce, squadra con buone individualità ma nel complesso poco valida tecnicamente.
Doveva essere una partita a porte chiuse e invece in tribuna autorità ieri sera c'erano oltre 400 persone, molte delle quali di nazionalità turca con sciarpe e bandiere del club. Motivo? L'Uefa ha messo a disposizione dei tagliandi, circa 200 sono finiti a quella turca come squadra sfidante di un'altra sanzionata (girati a sponsor e non solo
), 150 a membri di Lazio e Fenerbahce e almeno una cinquantina a ospiti degli sponsor Uefa.
Fuori dall'Olimpico circa 800 tifosi laziali che hanno seguito il match su un maxischermo.
Il 2-0 incassato all'andata per demeriti propri (vedi l'espulsione di Onazi) e colpe arbitrali, è pesato come un macigno sulla sfida di ritorno. Nella quale la squadra di Petkovic si propone con un atteggiamento offensivo (Kozak unica punta con Candreva ed Ederson alle sue spalle) ma che fatica ad abbattere il bunker turco.
Qualche tiro di Hernanes dalla distanza, un colpo di testa sotto porta di Kozak fino al gol di testa di Lulic (secondo stagionale per il bosniaco) che sembra riaprire le speranze laziali.
Ma a spegnerle arriva il gol di Erkin dopo che Petkovic ha messo in campo tutte le punte disponibili e l'Italia saluta di nuovo l'Europa in anticipo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.