Genoa e Samp in fondo alla classifica: se la Lanterna è spenta

Momento nero per le genovesi che annaspano agli ultimi due posti della Serie A. Se il Grifone almeno ha un'identità, i blucerchiati pagano lo scotto di una campagna acquisti deficitaria e il fallimento della trattativa per la cessione del club

Genoa e Samp in fondo alla classifica: se la Lanterna è spenta

Genoa 19°, Sampdoria 20ª. Mal comune, mezzo gaudio? Questa volta no. I tifosi delle due genovesi hanno pochi motivi per sorridere. Per la prima volta dal 2011, uno dei due club rischia la retrocessione. L'ultima volta era successo ai doriani, passati nel giro di pochi mesi dal trionfo della qualificazione in Champions League alla sciagura della Serie B. L'anno dopo, l'immediato ritorno in massima serie. E sette stagioni trascorse a braccetto in Serie A, tra piazzamenti a metà classifica - la Samp - e risicate salvezze - il Genoa. Ora il discorso è diverso. E i nodi venuti al pettine.

Sì perché le due gloriose società cittadine - il Genoa, 9 scudetti e club più antico d'Italia, e la Samp, ultima "provinciale" a vincere il titolo nel 1991 - se la sono andata a cercare. A Genova si dice che "il pesce puzza sempre dalla testa". La testa, per i tifosi delle due squadre, è quella di Enrico Preziosi e Massimo Ferrero, i presidenti di Genoa e Sampdoria. Uno di Avellino, l'altro romano. Origini diverse, ma molti punti in comune: ambiziosi, spericolati, vulcanici. L'opposto dei genovesi, che alle intemerate verbali preferiscono fin dai tempi del Doge la pacatezza, i toni bassi, la serenità. E invece si sono dovuti adeguare allo stile di Preziosi e Ferrero. Con i quali, però, non hanno mai davvero legato. Anzi.

Il Genoa

Enrico Preziosi è proprietario del Genoa dal 2003. Retrocessione in Serie C al primo anno, ripescaggio, promozione in Serie A, combine e retrocessione d'ufficio in Serie C, doppia promozione con ritorno in massima serie nel 2007. Da allora il Grifone è sempre rimasto in A, centrando anche un 5° e un 6° posto, ma lottando spesso per salvare la ghirba. Obiettivo centrato anche l'anno scorso, all'ultimo secondo dell'ultima giornata. In mezzo, la spaccatura tra Preziosi e tifoseria, che all'imprenditore dei giocattoli contesta di usare il club per fare i suoi interessi nel mondo del calcio (e degli affari).

Quest'anno il Genoa, con il nuovo tecnico Aurelio Andreazzoli, era partito bene: 4 punti nelle prime due giornate. Diventati 5 nei cinque turni successivi, relegando il Grifone al 19° posto. E facendo montare nuovamente il malcontento della piazza, che invoca di nuovo un cambio di proprietà. Nel 2018 Preziosi ha ufficialmente messo in vendita il club, ma nessuno si è mai realmente interessato al Genoa. Che alla fine è rimasto nelle sue mani.

La Samp

Stessa cosa è successa a Massimo Ferrero, che proprio oggi ha visto sfumare il sogno di incassare 100 milioni di euro. Tanto chiedeva alla Calcio Invest, cordata di imprenditori italo-americani rappresentata dall'ex idolo blucerchiato Gianluca Vialli, per cedere la Sampdoria. Dopo una lunghissima trattativa, cominciata addirittura alla fine del 2018, il gruppo ha annunciato con un comunicato il suo ritiro dall'operazione. Un infinito tira e molla che ha condizionato non poco il rendimento della squadra. E l'operato sul mercato di Ferrero, che a differenza delle estati precedenti ha pensato più a incassare che a comprare.

Le cessioni di Praet, Andersen e Sala, e i mancati riscatti di Defrel e Tonelli, non sono state compensate da adeguati acquisti. Nonostante lo stesso "Viperetta" aveva promesso al nuovo tecnico, Eusebio Di Francesco, innesti mirati. Promessa disattesa.

Priva di mister Giampaolo, abile a svezzare i talenti acquistati a basso costo da Ferrero, quest'anno la barca è colata a picco: una vittoria e sei sconfitte nelle prime sette giornate, ultimo posto in classifica. Ora la mazzata di Vialli. Per la Samp si annunciano tempi bui.

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