Germania poco über alles sotto esame per il gioco, le mogli nel resort e il gesto della mano sui diritti

Rischio eliminazione come nel 2018, ma fa discutere la visita di consorti e compagne

Germania poco über alles sotto esame per il gioco, le mogli nel resort e il gesto della mano sui diritti

Sconfitta in campo dal Giappone, bocciata in patria per la coraggiosa ma per molti insufficiente protesta contro la censura imposta dalla Fifa. Alla fine Neuer non ha indossato la fascia arcobaleno e il segnale della mano dei calciatori davanti alla bocca ha dato più l'idea di un'occasione persa. «Questo torneo, per come si sta sviluppando, non solo non sarà un successo, ma rischia di danneggiare il calcio - ha commentato l'ex presidente del Bayern Monaco Hoeness -. La Federazione non ha avuto il coraggio di tenere testa alla Fifa e a Infantino, una catastrofe per il nostro calcio». Sbagliato pensare a un boicottaggio del Mondiale, come avrebbe voluto buona parte dell'opinione pubblica tedesca. «Per anni si è avuta la possibilità di affrontare i problemi ed esercitare il proprio potere. Credo che le federazioni europee non abbiano ancora capito quanto siano potenti», ha concluso Hoeness.

Non tira dunque una bella aria attorno alla Mannschaft tedesca dopo il deludente esordio al Mondiale che evoca i fantasmi dell'avventura di quattro anni fa, conclusa al primo turno da campioni del Mondo in carica. La Bild ha anche rivelato la visita di due giorni (e due notti...) per la metà dei calciatori di mogli, fidanzate e famiglie nel resort di Al-Ruwais, quartier generale a nord del Paese della Nazionale di Flick. In più ha parlato del confronto acceso tra squadra e ct mentre si analizzava il ko dell'esordio: contestata ai calciatori la mancanza di un atteggiamento giusto e c'è stato un rimbalzo di colpe. Tra i punti maggiormente discussi, la sostituzione nel secondo tempo di Gündogan con Goretzka, uno dei fedelissimi al Bayern dell'attuale selezionatore della Germania. «Ma l'ultima cosa di cui si può incolpare l'allenatore è che non ci parla chiaramente e non vuole svegliarci», ha detto Havertz. E tra i dirigenti serpeggia un po' di malumore sui ragazzi più giovani, ai quali mancherebbe l'«ultimo morso» nelle gare importanti.

Stasera c'è la Spagna, una sorta di finale anticipata che può rappresentare l'ultima spiaggia per Müller e compagni: in gare ufficiali non la battono dal 1988. Il direttore della Federazione tedesca Bierhoff ha cercato di smorzare le polemiche: «Il mito che ci debbano essere undici amici in campo va smentito, qualche attrito e conflitto è positivo per il gruppo...». Nella conferenza stampa della vigilia non si è presentato nessun giocatore (la Dfb pagherà una multa salata) ufficialmente per evitargli una trasferta di 70 chilometri tre ore prima dell'allenamento, di fatto per evitare domande scomode.

È toccato quindi a Flick gettare acqua sul fuoco: «Le proteste? Per me il focus è solo sul calcio. Sono contento del gruppo che ho a disposizione, il ko con il Giappone è stato amaro perchè era evitabile. Abbiamo effettuato 26 tiri in porta segnando però solo un gol, ne abbiamo discusso a fondo e sappiamo dove abbiamo sbagliato. La squadra sa qual è la posta in gioco stasera e darà il massimo».

E sugli avversari ha detto: «La Spagna è una squadra piena di talenti e con un grande allenatore. Sarà fondamentale vincere i singoli duelli, loro hanno degli automatismi chiari, dobbiamo contrastarli e abbiamo un piano che dobbiamo attuare».

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