Gimbo & Greg, amicizia, gag e lezioni fra dramma e oro

Paltrinieri debutta nella 10 km: "Preservativi per alimentarsi". Tamberi: "Quindi li mordi..."

Gimbo & Greg,  amicizia, gag e lezioni fra dramma e oro

Milano - Gregorio Paltrinieri e Gianmarco Tamberi. Greg e Gimbo. A leggerli così, sembrano diminutivi da palcoscenico, tipo Cochi e Renato, Ficarra e Picone, Ale e Franz. Invece Greg e Gimbo sono soprattutto una rara storia di sport. «La dico?», «no, non dirla», «ma è divertente», «non è cosa di cui vantarsi, dammi retta, non dirla...». «E invece la dico!». Centro di Milano, luci soft stile locale notturno, Bridgestone ha appena annunciato che sarà top partner del Cio da qui alle olimpiadi del 2024. Per farlo ha scelto come ambasciatori i due ragazzoni del nostro sport e Valeria Straneo, la mamma dolce e coriacea della maratona, «Insegui il tuo sogno, non fermarti mai» è lo slogan.

«No, no, no, la dico!», Greg ignora il consiglio di Gimbo e rivela: «Ho scoperto che per fare rifornimento mentre si nuota la 10 km di fondo si riempiono i preservativi di integratori in gelatina. Vengono usati i condom come contenitori perché rispetto alle buste in plastica originarie non tagliano la pelle mentre si nuota. Così, appena viene fame o si ha un calo di zuccheri, li si sfila dalla tuta e si possono aprire con un morso...». «Ecco» scoppia a ridere Tamberi, «ti avevo detto di non dirlo, che non c'era da andare fieri a raccontare che si prendono a morsi dei preservativi...».

Paltrinieri fra tre giorni esordirà nella 10 km di nuoto di fondo a Eilat, in Israele, «non mi preoccupa nulla, ho solo voglia di farla, mi diverte». Culla il sogno di portarla ai Giochi di Tokio, nel 2020, assieme ai suoi 1500 stile. Gimbo alla stessa olimpiade sogna invece di riprendersi tutto quel che gli è stato tolto l'estate scorsa quando, da favorito all'oro olimpico nell'alto, si è infortunato alla caviglia sinistra a due settimane da Rio. Greg e Gimbo si sono conosciuti nel momento peggiore per avvicinare due sportivi: quando uno aveva da poco perso tutto e l'altro appena vinto tutto. Eppure è stata subito scintilla.

Un'escalation dell'amicizia. Presentazione delle rispettive fidanzate, chat, telefonate, vacanze di Natale a New York e appartamento in affitto. Come amici da una vita, benché fossero trascorsi solo pochi mesi. Però lo sport non è vita, lo sport è ultra vita e ogni emozione viene amplificata. «Ho conosciuto Gimbo appena dopo aver vinto l'oro a Rio, ero uscito dalla vasca e me lo sono trovato lì, accanto alle telecamere Rai e...», «e io volevo essere lui e lui non avrebbe mai voluto essere me e gli ho detto non hai fatto il record, che gara di m...» scherza Tamberi. «Prima dei Giochi» prosegue serio «capita di sentire la storia di qualche altro atleta che si fa male all'ultimo e non potrà gareggiare. Quando ne venivo a conoscenza, non riuscivo a comprendere come si potesse superare una simile botta. Tanto più pensando che il giorno prima di ogni gara importante, noi atleti siamo lì che controlliamo di non avere il raffreddore, la febbre, il mal di pancia, di essere tutti a posto... Poi, all'improvviso, ecco che ti viene tolto tutto. Solo all'idea mi sentivo morire. Poi è successo a me».

Paltrinieri ascolta l'amico, lo lascia concludere, e interviene: «Non conoscevo di persona Gimbo, lo seguivo in tv, mi piaceva il suo modo di gareggiare ma quando si è rotto la caviglia ho subito pensato: E se fosse successo a me? Perché siamo ed eravamo molto simili. Entrambi i più forti in quel momento, entrambi candidati all'oro nelle rispettive gare... Al solo pensiero mi venivano i brividi. Poi, quando ho saputo che addirittura sarebbe venuto a Rio a vedere le gare, compresa la sua dell'alto, mi sono detto no, no io non credo proprio che sarei mai in grado di andare ad assistere impotente agli altri che nuotano i 1500 mentre io me ne resto fuori dalla vasca...».

«Anche io la pensavo come te, Greg... ma ad un tratto, dopo una settimana di lacrime, ho deciso di reagire, di partire comunque per Rio e di andare a vedere la mia gara. È stato come dare un cazzotto al destino. Per questo capisco perfettamente quel che dici, perché ero così anche io. Solo che poi ho scoperto che dentro ognuno di noi c'è molta più energia di quel che si creda... Questa esperienza mi servirà in futuro, nello sport, certo. Ma parliamoci chiaro: servirà nella vita, perché sappiamo bene come nella vita capitino situazioni che non vorresti mai... Io nello sport ho perso una cosa enorme, ma forza, non è stata mica la fine del mondo».

«Col tuo esempio mi hai insegnato molto» sorride Gregorio, «vedere come hai reagito e sentirti parlare sono stati un esempio importante, mi hanno dato la carica, mi hanno fatto capire che poi non è un disastro se si perde la gara della vita, che è la capacità di saper tornare dopo una difficoltà a distinguere un campione e io questa cosa qua non l'ho ancora provata...». «E io» lo interrompe con un sorriso dolce Gimbo, «io ti auguro di non doverla provare mai».

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