Lo zoo di Berlino conta ventimila animali in mille e cinquecento specie diverse. Lo zoo dell'Europeo di calcio si segnala per la presenza di topi, talpe e gazze ladre. È nota la fibrillazione di Spalletti Luciano per il topino (già intravisto a Trigoria, nell'epoca romanista del certaldese) che si infila tra le gambe milionarie degli azzurri, idem per la talpa con analoghe funzioni ma anche lo svizzero Yakin Murat deve fare i conti con la gazza che ha rubato dal ritiro della nazionale numero 3 di computer, nei quali vengono riportati dallo staff dell'allenatore i dati necessari per gli allenamenti e le partite. Il calcio iper tecnologico offre immagini da film poliziesco, Mata Hari, la Cia, il Mossad, servizi segreti sembrano appartenere al mondo della fantasia rispetto agli spioni che si muovono nel canneto del football. Pure un grande come Arrigo Sacchi ricorreva ad un uomo di fiducia per scoprire, da clandestino, i vizi delle altre squadre, Natale Bianchedi purtroppo non c'è più ma era lui il computer vivente di analisi dettagliate. Si racconta che nel mondiale del '66, Edmondo Fabbri spedì a spiare i coreani, il suo assistente del tempo Ferruccio Valcareggi il quale riferì di avere visto «una squadra di undici Ridolini». Aldo Biscardi, inviato di Paese Sera, era solito prenotare lo stesso hotel che ospitava il ritiro del Brasile e chiedeva alla reception, tramite sostanziosa mancia, di avere la stanza vicina a quella di Vicente Feola, cittì brasiliano di origini salernitane, Aldo origliava al muro i discorsi in lingua brasilpartenopea del maestoso allenatore e vergava poi lo scoop.
Si possono elencare mille furbate degli 007 calcistici, nostrani e mondiali, droni, elicotteri, binocoli, cannocchiali, macchine fotografiche, tute mimetiche, baffi finti, parrucche, un repertorio carnevalesco all'inseguimento di un gol. Comunque sempre meglio degli algoritmi.
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