Giudici, serie A, Champions. La Juve non vede il fondo

L'indagine plusvalenze, il ritardo in campionato, le euro figuracce e una squadra costruita male

Giudici, serie A, Champions. La Juve non vede il fondo

Presumo che Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri abbiano letto e mandato a memoria un passaggio di Worstward Ho, novella di Samuel Beckett, lo scrittore irlandese tra gli interpreti maggiori del teatro dell'assurdo: «Mai provato. Mai fallito. Non importa. Prova di nuovo. Fallisci di nuovo, fallisci meglio». La Juventus prosegue la sua recita come se nulla la riguardi, in campo e fuori, anzi l'allenatore ha respinto la parola fallimento, le quattro sconfitte di Champions league, con la relativa eliminazione dal torneo e l'ottavo posto nella classifica di serie A, a dieci punti dalla capolista Napoli, come note a margine di una stagione invece positiva e promettente. Gli avatar di Torino continuano a vivere una realtà virtuale mentre la realtà è assai critica, con aspetti drammatici e un futuro tutto da scrivere. La diciottesima sconfitta in dodici mesi di football, il tempo di gioco da quando Allegri è tornato alla Juventus, sono un timbro pesante sulla squadra che è stata allestita in modo sbagliato da Cherubini e Arrivabene, dopo essere stata composta, già in passato, con alcune operazioni incomprensibili e devastanti, tecniche e contabili, da Paratici; l'organico comporta sei difensori destri, Danilo, Bremer, Bonucci, Gatti, Rugani, De Sciglio (considerato destro naturale) e, partito Chiellini, nessuno a sinistra tranne Alex Sandro il quale, per completare il quadro caratteriale e anagrafico dei bianconeri, è, con Cuadrado, uno dei due vice capitani, la fascia titolare è di Bonucci, tre elementi a fine carriera ma condizionanti le scelte dell'allenatore e il clima dello spogliatoio.

A Lisbona si sono visti alterchi tra alcuni juventini, altro segnale di come sia cambiato l'ambiente, al di là degli abbracci a inizio e a fine partita. Sabato pomeriggio, a Lecce, la Juventus non ha alternative alla vittoria ma non le aveva anche a Monza, dopo la sconfitta interna con il Benfica e mi sembra superfluo ricordare come fu concessa gloria storica ai brianzoli. Di certo un'eventuale nuova batosta in Salento dovrebbe portare a conseguenze terribili, considerato che quattro giorni dopo dovrà affrontare il Paris St Germain a Torino e la domenica successiva l'Inter, sempre all'Allianz. A giustificazione degli affanni di Allegri ci sono le assenze di Pogba, Chiesa e i dubbi fisici (di cui si sapeva, però) sui due argentini Paredes e Di Maria.

Ad avvelenare l'aria già tossica, circola la nuvola nerissima della vicenda giudiziaria che, ogni giorno, espone novità fastidiose, affrontate con reazioni singolari in un momento comprensibile di grande apprensione. Gli studi legali studiano le carte della Procura, venti pagine dettagliate con le ipotesi di reato previste dall'articolo 110 del codice penale, con i sedici indagati e le loro imputazioni.

Exor attende gli sviluppi delle prossime settimane in attesa dell'assemblea dei soci del 23 novembre. Uno dei migliori aforismi di Ennio Flaiano dice «la situazione è grave ma non è seria». Alla Juventus è seria ed è soprattutto grave.

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