Giuffrida-Mouhiidine, l'ora della rabbia. Le giurie fanno pagare lo scarso peso politico

Malagò: "Per Odette stesso arbitro in semifinale e finalina, questo dice tutto...". Ma il rumore post gara non serve più

Giuffrida-Mouhiidine, l'ora della rabbia. Le giurie fanno pagare lo scarso peso politico
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Qualche conto non torna. E cominciano i lamenti. Taluni giustificati. Giorno di grandi pianti e qualche furtarello ai danni di Italia nostra: ne scontano Odette Giuffrida nello judo e Aziz Abbes Mouhiidine nella boxe. Pagano dazio boxe e judo, guarda caso sport affidati agli occhi delle giurie che, alle Olimpiadi, quasi mai sanno essere integerrime. E spesso sconta chi ha minor forza politica. Prenda nota il Malagò, presidente del Coni, rimasto sconcertato per l'arbitraggio subito da Odette Giuffrida proprio al sentir profumo di medaglia. «Ho visto la gara con persone competenti ed equilibrate: il presidente Falcone e il segretario Benucci. Sono rimasti sorpresi che lo stesso arbitro della semifinale, persa dalla Giuffrida, abbia gestito anche la finalina. Dice tutto». In semifinale la rumena Rou Babiuc aveva rifilato tre penalità all'azzurra mettendola fuori gioco. Decisione contestata dal pubblico. Non c'era bisogno di insistere con tale signora. Che poi ha rifilato il legno-5°posto alla Giuffrida, ragazza di nobile pensiero: «A tutto c'è un perché, credo nel Signore».

Ma in questi casi il rumore post gara non serve più. Lezione che dovrebbe conoscere pure il mondo della boxe, dove il malaffare arbitrale è ben difficile da sconfiggere. Siamo tornati ai tempi delle urla che contestarono la scandalosa eliminazione di Nardiello ai Giochi di Seul oppure al verdetto che tolse a Roberto Cammarelle l'oro davanti ad Anthony Joshua a Londra 2012. Stavolta è finito nel gioco sporco Aziz Abbes Mouhiidine, pugile campano stella dei massimi che aveva speranza di podio, anzi di oro. Dato per sconfitto (4-1) contro l'uzbeko Lazizbek Mullojonov, guarda caso ora pronto per l'oro, vista l'eliminazione del cubano Julio Cesar La Cruz: favorito numero uno. È innegabile che la boxe dilettanti sconti da sempre consociativismi geografici, ma è altrettanto chiaro che conta anche la scarsa forza politica di certi dirigenti. Il match di Aziz non è andato benissimo: una ferita nel primo round, dato poi perso, ha contribuito ad indirizzare il giudizio. Il resto lo ha fatto la diversità di vedute sul valore dei pugni.

Purtroppo la boxe ci ha abituato a tali ingiustizie. E il presidente federale D'Ambrosi adesso urla la vento: «Vergognatevi. L'Italia ancora scippata. Il match dominato da Aziz dimostra che nulla è cambiato.

Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato». Così non è, ma non era difficile capirlo. Ed ora, eliminata pure Giordana Sorrentino, altra candidata al podio, non resta che sperare in Irma Testa: appuntamento domani alle dieci della tarde.

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