Åre. Una vigilia tranquilla, senza prove e senza sci, ma con un po' di ginnastica, l'indispensabile fisioterapia, qualche intervista e l'incontro con Marco Materazzi, ad Åre per lo sponsor Pirelli, che ha regalato a tutte le azzurre una maglietta con il suo numero 23 e il loro nome scritto sopra. Poi Sofia Goggia è andata nel suo appartamento, a pochi metri dalla linea d'arrivo delle gare, e ha iniziato a fare ordine. «Mia madre dice sempre che per avere ordine nella mente bisogna averlo anche attorno a sé, nelle proprie cose». Nulla va lasciato al caso, Sofia lo sa bene. Oggi l'aspetta la discesa mondiale e lei, campionessa olimpica in carica e detentrice della coppa del mondo di specialità, sarà la grande favorita. Nelle prove non ha brillato, ma oggi l'atteggiamento cambierà. «La modalità gara la tengo per la gara, appunto, dove sarà l'istinto a guidarmi. Non è una pista difficile con passaggi decisivi dove fare la differenza, non esiste la linea perfetta che se sbagli quella sei perso, no, qui servirà sciare correttamente da cima a fondo con una buona presenza sugli sci. E vada come vada, io benedico in ogni caso la giornata che mi aspetta, perché è quella che mi ha motivata negli ultimi tre mesi a dare il meglio e a riprendermi dall'infortunio».
Oggi sarà anche il giorno dell'ultima sfida fra Sofia e il resto del mondo con Lindsey Vonn, acciaccata, ma ispirata dall'amico Svindal a chiudere la carriera con una medaglia.
Le altre azzurre al via saranno Nadia Fanchini, da non sottovalutare per la sua capacità di dare il meglio nei momenti che contano, Francesca Marsaglia, in ottima forma, e la più giovane del gruppo Nicol Delago, che dopo il podio della Val Gardena non è riuscita a ripetersi sbagliando troppo, ma che se non sbaglia sa essere sempre molto veloce.MRQ
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