Le prime notti sono passate. L'alba ha svegliato una diversa Sofia: operata, motivata, proiettata verso il futuro anche se, indubbiamente, ammaccata. I fiori sul comodino, la delicata presenza della mamma, Goggia è ancora ricoverata alla clinica La Madonnina di Milano, dove le sono giunti, fin dall'altro ieri, tutti gli auguri dei colleghi del Circo Bianco per un rapido rientro in pista. In fondo quest'anno è lunghissima la lista dell'infermeria di Coppa del Mondo, da Petra Vlhova a Corinne Suter, da Valerie Grenier ad Elena Curtoni, passando per Mika Shiffrin, l'unica che proverà a rientrare in una stagione record per gli infortuni. E purtroppo all'elenco presenze in «Rehab», da due giorni, si è aggiunto anche il nome della campionessa di Astino.
Da oggi reset: ridotta la frattura, si prova ad amplificare l'umore. L'equipe della Federsci, guidata dal dottor Andrea Panzeri, le ha applicato placche più sottili che faciliteranno la calzata dello scarpone. Ma l'osso deve prima guarire: il piatto mediale è un «cliente» delicato. Sofia potrà rimettere lo scarpone dopo una prima fase di totale di scarico, di almeno 40 giorni, cui seguirà un recupero prima secco con fisioterapia prima passiva, poi funzionale. Nel breve periodo, però, serve innanzitutto controllar il dolore e stabilizzare l'assetto, grazie ad esercizi di fisio passiva e crioterapia. Fra i numerosi incidenti di Sofia, questo è uno dei più gravi, paragonabile alle varie rotture di legamenti e menisco che Goggia ha già superato, proprio allo stesso ginocchio destro. Il ritorno sugli sci potrebbe avvenire in tempo per affrontare in modo competitivo la prossima stagione. A breve la campionessa sarà dimessa e proseguirà il percorso con le sue equipe, già rodate, fin dal 2007, nei precedenti 11 infortuni.
«Sofia è tosta, tornerà!»: fra le prime a farle coraggio c'è stata proprio Federica Brignone che ieri, dal palco dell'Ariston del Festival di Sanremo ha
fatto le ore piccole, fendendo la ribalta dalla scala sinistra delle star. Stamane è già in viaggio per Nizza e Soldeu, in aereo e pulmino. Perché si può essere star per una notte, ma come campionesse, si lavora ogni giorno.
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