Il gol numero 1000 di Pelè compie 45 anni (ma O'Rey è triste per il figlio)

Il 19 novembre 1969 realizzò un rigore contro il Vasco de Gama al Maracanà. Ma oggi il portiere del Santos, suo figlio Edson Choibi, è stato condannato a 33 anni di galera

Il gol numero 1000 di Pelè compie 45 anni (ma O'Rey è triste per il figlio)

Era novembre, ma sembrava primavera, il giorno della Bandiera brasiliana, l'uomo era appena tornato sulla Luna con l'Apollo 12, Bean, Gordon e Conrad, il comandante, che lasciò sul satellite una freddura invece di una frase celebre: «Quello sarà stato piccolo per Neil, ma per me è un grande passo...». Era il Maracanà, padre di tutti i sogni, era la Coppa d'Argento, proprio così, semplice semplice, una specie di anteprima del campionato brasiliano, di fronte il Vasco de Gama, la squadra di Rio, e il Santos, cioè Pelè, il migliore, il più grande. Una partita come tante ma non una partita qualsiasi, 65.157 spettatori, quasi come una finale, quasi come un derby. Il 19 novembre del 1969, 45 anni fa.

Il Vasco mostrò la faccia cattiva, schierò cinque difensori pur di non fare segnare il figlio prediletto del Brasile, e uno, Renè, con una missione impossibile, attaccarsi a Edson Arantes do Nascimiento detto Pelè, O'Rey de futbol, e dimenticare la partita, seguirlo dappertutto con le buone o con le cattive, impedirgli di segnare il gol che tutto il mondo aspettava, il numero 1000, un cult oggi per gli amanti del vintage.

E poi c'era lui, Andrade l'argentino, il portiere, che non voleva entrare nella storia, dalla porta di servizio. Parò tutto quella sera compreso un pallonetto all'incrocio di O'Rey, dove non arrivò lui fu la traversa a mettersi di mezzo. Segno Beneti per il Vasco al minuto 17, pareggiò un'autorete di Renè al decimo del secondo tempo, piuttosto che Pelè preferì segnare lui nella propria porta. Sembrava rinviata al Giorno del Giudizio, invece la fine del mondo arrivò puntuale al 32mo della ripresa, alle ore locali 23.23. Fallo su Pelè, buttato giù appena entrato l'area, fallo da ultimo uomo, ma allora non c'erano espulsioni. Rigore. Non poteva che arrivare così l'Apocalisse. Tutto il pubblico, del Vasco e del Santos, gridò un nome solo. Poi scese un silenzio di gelo.

Era molto nervoso il re: «Ho tremato prima di battere quel rigore: aveva già tanta esperienza, già vinto mondiali, ma ero emozionatissimo», l'unica volta dirà a fine carriera in cui ha avuto veramente paura. Fidelis, il terzino destro, comincio a scavare buchi sul dischetto con il tacchetto, ma niente ormai poteva evitare l'inevitabile. Rincorsa lenta, destro piatto sulla sinistra del portiere, Andrade la tocca con le unghie, ma non la ferma. Prende a pugni l'area per la rabbia.

Bacia la palla Pelè mentre tutti baciano lui, i reporter che entrano tutti in campo, i compagni che lo prendono sulle spalle e lo portano in trionfo, si rivedrà la stessa scena l'anno dopo all'Azteca, Brasile batte Italia quattro a uno, finale della coppa Rimet. Dopo venti minuti buoni Pelè fu liberato da quell'abbraccio, sostituito sfilò a bordo campo con una maglia del Vasco che era, da bambino, la sua squadra del cuore, con il numero 1000, la partita finì così, due a uno, senza di lui. Fu accusato di demagogia perchè dedicò quel gol a tutti i bambini poveri del mondo. Aveva 29 anni. Ma il tempo passa anche per gli dei. La targa che celebrava la fine del mondo fu rubata dai corridoi del Maracanà, così come la Coppa Rimet che fu persino fusa, sparì anche il pallone di quella partita dal Museo del calcio di Rio, ma almeno quello fu ritrovato e messo all'asta per 30mila dollari tutti finiti, almeno nelle intenzioni, in beneficenza.

Mille gol non è più la fine del mondo ma un dato statistico, una frontiera che ha superato anche Romario, senza diventare epopea e nostalgia. Un anniversario triste per O'Rey, il figlio Edson Choibi, uno dei sette, portiere del Santos, appena tornato in carcere per scontare una pena di 33 anni, per riciclaggio di denaro sporco. Ma il mito è condannato a vita a restare quello che è.

Aveva ragione il poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade. Si chiamava come il portiere del Vasco e gli bastò una riga per riassumere un romanzo: «Non è difficile segnare mille goal come Pelé. É difficile segnare un goal come Pelé».

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