Gp Barcellona: pole per Hamilton, Vettel è secondo

Lewis Hamilton ha conquistato la pole position del Gran Premio di Formula 1 di Spagna, quinto appuntamento del Mondiale di Formula 1

Gp Barcellona: pole per Hamilton, Vettel è secondo

Lewis torna Lewis, ma ci sono solo 50 millesimi fra lui e la Rossa di Vettel. Meno di un respiro. Troppo poco per poter pensare che la Mercedes sia tornata Mercedes e per temere che la Ferrari sia stata solo un bel sogno di primavera. No. La Ferrari c'è, non è un sogno, e c'è sulla pista che da sempre fa la prova del nove alle speranze mondiali. Perché se un'auto corre veloce a Barcellona, significa che andrà bene su gran parte dei circuiti che verranno. E questo è stato il verdetto.

Dietro i due numeri uno, seguono i numeri due: Bottas terzo con motore vecchio al contrario di Lewis; e Raikkonen quarto. Tutti e quattro nello spazio di tre decimi. Significa che la partita a ping-pong fra Mercedes e Ferrari iniziata in Australia a marzo è destinata a proseguire colpo su colpo per tutta la stagione, benché in molti temessero che con lo sbarco in Europa i rapporti di forza sarebbero cambiati a favore degli uber alles. Preoccupazione, questa, cresciuta soprattutto dopo aver visto, giovedì, quanto era cambiata a livello aerodinamico la W08 di Stoccarda. Invece, “loro hanno lavorato tanto, ma anche noi”, ha spiegato ha caldo Seb in parte deluso per la pole mancata, “e il loro è un grosso aggiornamento ma anche il nostro, anche se meno appariscente... Mi dispiace solo per il mio Q3 in cui avrei voluto andare meglio”.

Bene così lo stesso. Soprattutto dopo la mattinata di passione vissuta dai ferraristi per un problema idraulico sulla monoposto di Vettel. Il box Ferrari era stato infatti costretto a sostituire il motore nuovo appena montato sulla SF70H. E bene così dopo il batticuore d'inizio qualifica, quando Seb, appena ringraziato via radio il box per aver smontato e rimontato il motore in due ore, si è sentito dire dal muretto “spegni e parcheggia”.

“Ma siete sicuri?”, ha domandato incredulo due volte, giusto il tempo necessario perché via computer gli ingegneri sistemassero i parametri sballati che avevano provocato l'allarme. Prima fila, dunque, secondo tempo a un respiro. Visti i presupposti, bene così.

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