Gran finale Italia A Paris l'ultima discesa A Fill un'altra coppa

Per Dominik 2° successo stagionale. A Peter va la classifica di specialità: beffato Jansrud

Gran finale Italia A Paris l'ultima discesa A Fill un'altra coppa

Due atleti in gara, due sul podio al primo e secondo posto, la coppa del mondo di discesa che torna in Italia per il secondo anno consecutivo ma è sogno o realtà? Peter Fill e Dominik Paris si godono (e ci fanno godere) ogni istante di quest'ultima discesa della stagione, Peter con un po' di tensione perché in ballo non c'era solo la classifica di una gara, ma quella di un inverno intero, che lui chiude da numero 1 della discesa per il secondo anno consecutivo, impresa che all'Italia maschile mancava dai tempi di Alberto Tomba, mentre fra le donne Isolde Kostner fece doppietta di coppe nel 2001/2002, proprio in discesa. Forse, più che vincerla Fill la coppa l'ha persa Kjetil Jansrud, arrivato in Colorado con 33 punti di vantaggio sull'italiano, che dal primo giorno di prove ha trovato subito un ottimo feeling con la pista di Aspen, al contrario del norvegese, che anche ieri è sceso con poca convinzione e quindi mai all'attacco, quasi fosse già rassegnato alla sconfitta.

È stato buffo notare come all'arrivo del norvegese, quinto tempo provvisorio mentre Fill era già secondo, sia lui che l'azzurro abbiano scosso la testa, ognuno convinto che fosse l'altro ad aver avuto la meglio. In effetti c'erano molte possibili soluzioni perché Peter recuperasse i 33 punti di svantaggio e alla fine gli è andata molto bene perché nei 46/100 di differenza fra lui e Jansrud si sono infilati ben otto atleti che hanno spinto Kjetil fino all'11° posto, mentre il suo secondo ha resistito a molti attacchi, regalandogli la coppa con 23 punti di margine.

La gara se l'è invece vinta Dominik Paris, primo al via e irraggiungibile per tutti nonostante un tratto finale tutt'altro che perfetto. Per lui seconda vittoria in stagione dopo Kitzbühel e terzo posto nella classifica di specialità e in proposito, pur inchinandoci davanti al bis storico di Peter Fill, va sottolineato il fatto che il trentaquattrenne di Castelrotto ha vinto due coppe consecutive con solo una vittoria singola (nel 2016 a Kitzbühel), a dimostrazione che forse qualcosa andrebbe cambiato nei regolamenti che assegnano i punti: non sarebbe giusto premiare di più le vittorie piuttosto che la regolarità dei piazzamenti? La stagione di Peter è stata in ogni caso eccezionale, con quattro secondi, un terzo e un quarto posto in otto gare, peggior risultato il 22° nella discesa di casa in Val Gardena.

Ma torniamo alle emozioni di ieri, in quel parterre dove Peter ha dovuto aspettare e soffrire per quaranta minuti prima di poter prendere di nuovo fra le mani la sfera di cristallo che andrà a fare il paio con quella che da un anno sta nel salotto di casa, piazzata al centro di un tavolo irraggiungibile per le manine di Leon e Noah, i due figli che in quel cristallo amano specchiarsi per gioco. Rispecchiano invece la sua personalità calma e pacata le parole di Peter, che mai regalerà gesti clamorosi o dichiarazioni bomba: «Sono orgoglioso del mio bis, in questa stagione avevo molte meno pressioni, perché una coppa ce l'avevo già. Ho vissuto l'inverno con leggerezza, tranquillo, pensando a fare bene gara dopo gara per arrivare a giocarmela fino alla fine.

So che essere il numero 1 della classifica senza aver vinto una singola gara può sembrare strano, ma sono stato premiato per la mia regolarità e la mia continuità ad altissimo livello e di questo sono fiero e devo ringraziare lo staff, lo skiman, la famiglia, senza dimenticarmi di fare i complimenti a Paris per la bella gara di oggi. E domani (oggi ndr) ci si riprova in superG». Morbido e felpato con gli sci ai piedi, Peter non si scompone mai nemmeno davanti al microfono... e va benissimo così!

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