Habemus squadra e giovani di talento

Si tratta del coraggio del ct di puntare sui giovani, senza alcuna esclusione. In pochi giorni Ricci è già diventato la guida preziosa del centrocampo

Habemus squadra e giovani di talento
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Questa volta conviene partire dalla coda di Italia-Belgio per coglierne il senso calcistico più utile alla narrazione del riveduto e corretto club Italia, rimasto in cima alla classifica della Nations league. E la coda di Italia-Belgio racconta della capacità, in inferiorità numerica per lo sfondone di Pellegrini, dei superstiti azzurri di restare squadra, fare quadrato, richiamare persino Frattesi, tra i più riottosi a recuperare posizioni difensive, per difendere quel prezioso 2 a 2 che può luccicare di luce propria. Sul punto la differenza con l'Italia dell'europeo di qualche mese prima è talmente chilometrica da lasciare immaginare una rivoluzione interna oltre che un cambio dello stesso ct. E invece c'è sempre Spalletti alla guida, c'è sempre il mini-blocco interista a far da carrozzeria, c'è ancora Retegui al centro dell'attacco che si muove come un cobra in zona-gol per sfruttare il minimo errore del portiere rivale. Questo significa che non è solo cambiata la condizione fisica del gruppo (guardare Dimarco per cogliere la segnalazione), non solo si è provveduto a fissare un sistema di gioco come un abito su misura ma è stato cementato uno spirito di squadra che provvede a esaltare un altro requisito. Si tratta del coraggio del ct di puntare sui giovani, senza alcuna esclusione. In pochi giorni Ricci è già diventato la guida preziosa del centrocampo, così come è arrivato, inatteso probabilmente, il tempo per il debutto nella sua città, all'Olimpico, di Pisilli, centrocampista scovato da De Rossi nella primavera della Roma e magari a Udine ci sarà l'occasione per Daniel Maldini, un altro talento quest'anno valorizzato a tempo pieno dal Monza di Nesta, vista la squalifica scontata di Pellegrini che in tutte le apparizioni in azzurro non ha mai rubato l'occhio.

Quest'ultimo spunto consente infine di guardare al vivaio italiano con occhi diversi rispetto a quelli disincantati con i quali abbiamo lamentato in passato l'assenza di eredi degni di alcuni fuoriclasse del valore di Nesta, Pirlo, Totti. Non siamo ancora a quel livello ma non siamo nemmeno così poveri di talenti.

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