Hamilton colpevole, Mercedes colpevole, Ocon colpevole, Verstappen colpevole, Raikkonen colpevole, Vettel colpevole. Non ci sono senza colpa fra i big di questo Gran premio che ha mestamente riassunto la stagione ormai agli sgoccioli. Per fortuna manca una sola gara, sarà ad Abu Dhabi, dove la Ferrari ci ha costruito un luna park e distrutto un mondiale, anno 2010, Alonso e dintorni, tristi ricordi. Lewis Hamilton vince un Gran premio che non avrebbe dovuto vincere e la Mercedes si mette in tasca il quinto titolo costruttori di fila, allungando braccia ricche e grasse sul grande tavolo verde del mondiale e prendendosi tutta la posta in palio. Dietro all'inglese, Max Verstappen che perde, quand'era comodo primo, un Gp che avrebbe dovuto vincere, trovando un suo clone irrispettoso e doppiato che lo inguaia: Ocon. L'annoiato e annoiante Raikkonen salva il salvabile in casa Ferrari con un podio inutile mentre Vettel vive un'altra delle sue pessime giornate spese tra assopimenti al via, sfortune varie, problemi ai sensori, ordini di scuderia che gli impongono di cedere la posizione al compagno quarantenne perché proprio non è giornata e, dulcis in fundo, persino il futuro compagno Leclerc che fa prove celoduriste rallentandone la corsa. Sebastiano colpevole di aver subito il sorpasso di Bottas alla partenza, colpevole perché le gomme soft per cui aveva rischiato tanto sabato non hanno fatto la differenza, colpevole di gara stanca rianimata solo dal duello prima vinto e poi perso con Ricciardo, colpevole di attrarre come un parafulmine scariche di sfortuna, colpevole anche di non mentire, di non dare la colpa al sensore ballerino perché «gara difficile oggi per me» dirà solo.
Colpevoli tutti e più di tutti la federazione e i suoi giudici con sentenze e interpretazioni ondivaghe (Seb punito in Francia e Lewis graziato in Brasile per uguale reato), tant'è che alla fine, forse, meno colpevole di tutti è solo il vincitore. Perché mentre Verstappen dà ripetutamente dell'idiota ad Ocon, mentre l'olandesino al volante prende a spintoni da bar il francese della Force India reo di aver osato sdoppiarsi, mentre ferraristi dentro o per contratto arrivano a insinuare che il ragazzo l'abbia fatto apposta perché appiedato l'anno prossimo è però pilota nell'orbita della casa tedesca, mentre succede tutto questo Lewis dice la cosa più saggia e ovvia: «Macché vittoria fortunata, semplicemente io non ho commesso errori, altri invece sì». Frase sibillina che sul momento sembra rivolta solo a Verstappen che gli ha regalato vittoria doppiando con troppa disinvoltura e superficialità Ocon noto, come Max, per la coraggiosa e incosciente arroganza viabilistica.
Frase che invece è diretta anche a lui e anche a lei. Lui Seb, lei la Ferrari. «Per vincere mondiali non devi fare sbagli» conclude infatti Lewis, «altri vicini a me ne hanno commessi e non hanno vinto il mondiale». Colpevoli.
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