Benny Casadei Lucchi
La cosa buffa è che in molti si ostinano a sgranare gli occhi di fronte alle prestazioni mostruose della Mercedes tornata a volare in qualifica dopo il passo falso, nel senso di distacchi minimi dalle Rosse, di Zeltweg. Ieri sembrava che il merito della prestazione fosse tutto di mago Lewis, destatosi dopo il sonnellino prestazionale avuto in Stiria. Pole numero 67, a una da kaiser Schumi, recordman assoluto, rifilando mezzo secondo a Raikkonen e sette decimi a Vettel e Bottas che però, al pari di Ricciardo, dovrà scattare cinque posti indietro per la sostituzione del cambio.
La cosa buffa è che ci si ostina a dimenticare che a Baku in qualifica la Ferrari era lontana, a Zeltweg vicina, e a Silverstone di nuovo lontana perché il Gp austriaco era a mezza altura, per cui certi giochetti con manettini e pressioni e annessi e connessi il box Mercedes non li poteva fare con uguale generosità. Ieri sì. Tutto lecito, s'intende, fino a che i giudici non riterranno che ci sia qualcosa di illecito. Intanto il Cavallino fa quel che deve, Raikkonen anche, piazzandosi davanti al compagno - e questo non è bello - ma se il compagno è assopito e pasticcia e litiga via radio per lesa maestà, è normale che altri guidino meglio. Kimi gongola e dice «la macchina è veloce e darò filo da torcere a Lewis, magari portandogli via la prima posizione». E poi: «Siamo in due e veloci, sfrutteremo la situazione». Seb dice meno perché comunque gli girano «e sarà dura ma ci proverò... Devo mettere sotto pressione Hamilton...». Lewis invece ringrazia i giudici compiacenti che non l'hanno punito per aver ostacolato Grosjean perché, suvvia, the show must go on, soprattutto in casa.
Benché la Ferrari sia dietro, vuoi la punizione subìta da Bottas per il cambio, vuoi le pessime attese rampanti della vigilia e la configurazione gara che poi la domenica riavvicina emiliani e tedeschi, siamo di fronte a un risultato rincuorante.
Sempre che a Seb non saltino i nervi scattando accanto al suo amicone Max Verstappen e sempre che Kimi faccia il proprio dovere: nello specifico, inventandosi una partenza da urlo. Anche perché sa che piazzarsi davanti a Lewis per tutta la gara è la sua unica chance di vincere il Gp e non cedere alla ragion di stato.
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