Kitzbuehel Fra i due litiganti il terzo gode. Tutti aspettavano la sfida Hirscher-Neureuther, il messia austriaco e il bello dello slalom, ma a metterli d'accordo è arrivato il folletto svedese Mattias Hargin, che a quasi trent'anni ha centrato, grazie ad un capolavoro nella seconda manche («la migliore che mi sia capitato di vedere in vita mia», dirà Hirscher), la prima vittoria in carriera. La gara che ha chiuso lo spettacolo di Kitzbuehel ha lasciato un po' di amaro in bocca all'Italia, che fino all'ultimo ha sperato nel podio di Giuliano Razzoli, finito quarto a 14 centesimi da Neureuther. Ma il "Razzo" va applaudito, perché in una gara iniziata e finita sotto una fitta nevicata, partire davanti era fondamentale e lui sarà l'unico fra i primi dieci ad essere partito con un numero superiore al 12, il 18. Settimo a metà gara dopo una prima manche quasi miracolosa, l'emiliano ha recuperato altre tre posizioni nella seconda, dimostrando di aver compiuto progressi tecnici eccezionali.
Gli mancano ancora la sicurezza e la spensieratezza che permettono di attaccare sempre a tutta, e non per niente ieri ha perso decimi preziosi nelle ultime porte, perché «non ci vedevo bene, gli occhiali erano coperti di neve e non mi sono fidato a mollare tutto». Niente podio purtroppo, ma la conferma che oltre che su Stefano Gross, ieri bravo solo nella prima manche e ottavo alla fine, per una medaglia al Mondiale l'Italia in slalom potrà puntare anche (anzi soprattutto considerando come sarà la pista di Beaver Creek) su Razzoli.
Domani ultimo test a Schladming nello slalom in notturna, poi tutti in volo verso il Colorado, dove le prime ad arrivare saranno le donne, che ieri a St.
Moritz hanno chiuso il primo capitolo di coppa del mondo con il superG vinto da Lindsey Vonn (e siamo a 64...) su Fenninger e Hosp. Tina Maze, con la febbre, è finita fuori e Francesca Marsaglia è stata la migliore italiana al 10° posto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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