La Juventus vede le streghe in Portogallo, ma le scaccia con il Pipita. Nella notte di Halloween ci deve pensare ancora Gonzalo Higuain a sistemare le cose che si erano maledettamente complicate in casa dello Sporting Lisbona. Una Signora irriconoscibile per un tempo, il primo letteralmente regalato, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per strappare un punticino prezioso per la classifica perché resta in vantaggio negli scontri diretti con i portoghesi, staccati di tre punti. Altro che qualificazione in anticipo agli ottavi, i bianconeri hanno rischiato di mettere un piede fuori dall'Europa in una partita in cui Higuain conferma il suo crescendo rossiniano, ma può aprire il caso Dyabala: involuto il numero dieci bianconero, un fantasma che non lascia traccia e viene anche sostituito.
Ma per 45' nessuno dei titolari è all'altezza del palcoscenico. Rispetto al Milan, Allegri conferma la Signora dalla cintola in su, ma cambia per trequarti la difesa che pure dopo cinque gare era rimasta imbattuta. Escluso Lichtsteiner, fuori dalla lista Champions, cambiati per scelta tecnica Rugani e Asamoah, dentro il rientrante dopo quasi due mesi De Sciglio, e l'impresentabile Alex Sandro. Il brasiliano merita una parentesi: viene il dubbio che l'aver rifiutato l'offerta del Chelsea per il suo cartellino, possa averlo indispettito e stia facendo di tutto per far capire che avrebbe voluto cambiare aria. E che sarebbe stato meglio accontentarlo. Comunque nel primo tempo è tutta la Juventus a essere imbarazzante per la pochezza di idee, ma latitano anche corsa e grinta. La conseguenza è una partita infarcita di errori tecnici a ripetizione inaccettabili per la caratura dei campioni d'Italia. Non basta a spiegarli l'atteggiamento dello Sporting Lisbona che aggredisce a tutto campo, sugli scudi due che sono passati dall'Italia, Ristovski e Bruno Fernandes, e la Signora non ha un minimo di reazione se non dopo essere passata meritatamente in svantaggio. Segna Bruno Cesar dopo lo spunto di Gelson Martins che già all'andata aveva fatto tremare i difensori bianconeri con la sua velocità. Il brasiliano per capirci ha lo stesso numero di gol (cinque) in Champions di Dybala che fa un'altra scena muta fuori dall'Italia: sono seicento e uno minuti di digiuno in Europa, la Joya di fatto si è fermato alla gara di andata con il Barcellona dello scorso aprile.
Khedira sfiora anche il pareggio, in realtà è Dost che ha le palle gol migliori, ma per fortuna della Juventus l'olandese non ha proprio l'instant killer del goleador soprattutto dopo un'ora di gioco quando da due passi non ci arriva per un centimetro. A quel punto per la squadra di Allegri, che pure era ripartita decisamente meglio nella ripresa, con un altro piglio e con un altro Pjanic, senza però creare particolari pericoli se non un colpo di testa ravvicinato ma centrale di Higuain. È comunque il Pipita a prendersi sulle spalle in Europa la squadra dopo la doppietta al Milan. L'argentino, quando ormai la squadra è sull'orlo del baratro, sull'imbeccata di Cuadrado infila con un tocco morbido Rui Patricio. A dieci dalla fine la Juve esce dall'incubo, ma non ha la forza di andare a prendersi la qualificazione che resta a un gol.
Adesso serve una vittoria o con il Barcellona o in casa dell'Olympiacos (e non sarà facile) per non dipendere dai risultati dello Sporting. Comunque quello di Lisbona è un punto d'oro soprattutto per come si era messa. Allegri infila come al solito il tunnel, stavolta scuotendo la testa. In Europa non ha ancora ritrovato la sua Signora.
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