I guai Ferrari: la lezione del Drake e della storia

​La sfortuna non esiste. Enzo Ferrari lo aveva detto chiaro e tondo in una conferenza stampa del 1962, presentando il suo libro autobiografico Le mie gioie terribili

I guai Ferrari: la lezione del Drake e della storia
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La sfortuna non esiste. Enzo Ferrari lo aveva detto chiaro e tondo in una conferenza stampa del 1962, presentando il suo libro autobiografico Le mie gioie terribili. Non parlava solo di corse e di risultati sportivi, ma di vita, soprattutto di quella del figlio Dino che se n'era andato sei anni prima. «Esiste solo l'incapacità dell'uomo di fare o prevedere», diceva. Chissà che cosa avrebbe detto sentendo Charles Leclerc che in radio si chiedeva «Perché sono così sfortunato» prenotando un viaggio a Lourdes. Il giorno dopo è arrivata anche la presa in giro di Totti che, scherzando con Fiorello a Viva Rai 2, ha buttato lì un «bisogna vedere se lo fanno entrare» che chiude il cerchio di una delle domeniche più nere della stagione ferrarista. La Ferrari è diventata anche una barzelletta di Totti. Adesso ci manca solo il tapiro per Vasseur.

Doveva essere la domenica del riscatto con Leclerc che, scattando in prima fila, aveva puntato tutto sulla gara lunga per guadagnare punti sulla Mercedes in crisi. Alla sesta curva era già un ragazzo disperato. «Guasto al sistema idraulica/motore. Motore spento. Idraulica azzerata. Auto non più controllabile», recita la versione ufficiale. Ma ha ragione Enzo Ferrari a dire che la sfortuna non esiste. Non può esistere in Formula 1 dove se si rompe qualcosa non è per sfortuna, ma per incapacità, negligenza o superficialità. E poi rompere così, ancora prima di partire, con Sainz in Qatar e con Leclerc in Brasile. Fa male, malissimo, come ha detto Charles. Ma la storia viene in soccorso ancora una volta. A Schumacher nel 1996 capitò due volte di fila in Canada e in Francia. Da un motore in fumo nel giro di ricognizione nacque la Ferrari imbattibile.

Per cambiare rotta fu costruito un dream team attorno a Todt. L'unica strada percorribile è questa: migliorare la squadra senza altre rivoluzioni. E farlo in fretta perché attorno anche McLaren e Aston Martin hanno ricominciato a correre.

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