Ibra cancellato, l'Italia è promossa

Gli svedesi ci bloccano ma non disturbano. Buffon. E Conte risolve puntando su Eder

Ibra cancellato, l'Italia è promossa

Nostro inviato a Tolosa

Missione compiuta dopo appena 180 minuti. E Conte può togliersi il primo sassolino dalla scarpa: «Nessuno lo avrebbe mai pronosticato». L'Italia vola agli ottavi dell'Europeo non fallendo la seconda gara del girone come avveniva puntualmente da sedici anni nelle grandi manifestazioni (l'ultima volta, nel 2000, proprio con il ct all'epoca giocatore). Tutto grazie all'oriundo Eder, l'attaccante disintegrato dalla critica per un girone di ritorno all'Inter da brividi, ma portato in Francia dal ct che lo ha rimesso in sesto fisicamente con un lavoro specifico nei giorni di Coverciano. «Era stato protagonista nelle qualificazioni, nella partita del debutto entrò e segnò il gol del pareggio con la Bulgaria - ricorda Conte -. Aveva bisogno di ritrovare brillantezza sapendo che era in ritardo di condizione, si è messo a lavorare a testa bassa facendomi capire che voleva venire a tutti i costi all'Europeo. E' un ragazzo serio, come tutti gli altri di questo gruppo, meritava di essere qui e questo è il risultato: un gol di freddezza a due minuti dalla fine».

Un gol che ci proietta verso il primo posto nel girone, sempre che l'Irlanda non batta oggi il Belgio. «Siamo partiti con le ruote sgonfie, ora stiamo cercando di gonfiarle con la pompa...», scherza Conte. Il cui abbraccio con l'italo-brasiliano, al terzo gol con la maglia azzurra dopo quelli con Bulgaria e Azerbaigian, è significativo del rapporto tra i due. «Una dedica? A tutto il gruppo, staff compreso, ma anche a chi ha lavorato con noi a Coverciano e poi non è entrato nei 23 per l'Europeo», così Eder.

La Nazionale in campo a Tolosa è meno bella ed efficace di quella ammirata a Lione, ma anche l'avversario era diverso. Un solo cambio, Florenzi per il Darmian evidentemente bocciato all'esordio, ma il romanista che ha voglia di mettersi in luce non vede molti palloni perchè spesso cerchiamo il lancio centrale a favorire l'inserimento degli esterni.

La squadra, lo riconoscerà anche Conte a fine gara, appare più ansiosa del debutto contro una Svezia molto fisica che almeno nel primo tempo impedisce agli azzurri di giocare come avrebbero dovuto (con più ampiezza e meno in verticale), rendendo il match più complicato del previsto. Poco pressing, baricentro basso, ritmi blandi e possesso palla più basso degli avversari che hanno consentito la sfuriata agli scandinavi - per altro ben contenuta dalla truppa di Conte -. Un Pellè impreciso (forse ha risentito più del previsto del pestone al piede destro rimediato qualche giorno fa) e poi sostituito da Zaza ha fatto il resto. L'ordine era quello di attaccare le debolezze svedesi e ridurre il più possibile i rifornimenti a Ibrahimovic. L'attaccante di Malmoe non ha mai tirato in porta, come il resto della squadra, pur con una presenza costante in area.

Retto l'urto svedese, il canovaccio è mutato nella ripresa, con gli azzurri più vivi anche se di tiri nello specchio nemmeno l'ombra. Fino almeno alla traversa di Parolo - su assist di Giaccherini - che sveglia l'Italia. Il tempo di assistere al debutto azzurro in una gara ufficiale per Sturaro che arriva il gol che ci porta agli ottavi: sponda di Zaza, tocco a girare di Eder (gol simile a quello segnato alla Bulgaria) e scacco alla Svezia. Più brava a metterci in difficoltà rispetto al Belgio, ma sconfitta dalla testa e dal cuore degli azzurri. L'arma più efficace del gruppo di Conte.

Che ora, tra diffidati e giocatori stanchi, potrà anche permettersi il turnover contro l'Irlanda. Perchè in questo gruppo di operai del pallone, che lavora e fatica, tutti meritano di ritagliarsi uno spazio in campo. Almeno finchè, e speriamo a lungo, saremo in Francia.

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