Ibra contro tutti: dalla Svezia a Fifa '21

Zlatan al videogioco: "Chi vi ha dato il permesso di usare il mio nome?"

Ibra contro tutti: dalla Svezia a Fifa '21
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Se gioca, segna e fa il fenomeno. E tutti parlano di lui. Se non gioca, parla e dice cose. E, comunque, tutti parlano di lui. Come stupirsi se stilando la sua formazione ideale in campo ci siano soltanto Ibrahimovic? Già perché lui riesce come pochi altri, forse nessuno, a giocare su più campi contemporaneamente.

Mentre cerca di recuperare dall'infortunio muscolare patito al San Paolo, Zlatan se la prende con il più famoso videogioco di calcio, colpevole, a suo dire, di aver utilizzato il suo volto e il suo nome senza autorizzazione. «Chi ha autorizzato Fifa Ea Sport a usare il mio nome e il mio viso? Non mi risulta di essere membro di Fifpro e, se lo sono, sarò stato inserito con una strana manovra, senza il mio consenso. Di sicuro non ho mai dato il mio consenso a Fifa o FifPro di fare soldi con la mia immagine. È tempo di investigare», ha scritto sui suoi profili social. Ha ragione? Secondo Bale, che lo ha spalleggiato sempre via social, sì. Ma è dal 1996 che Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, ha accettato l'inserimento dei nomi e dell'immagine reali di calciatori e squadre nei videogiochi. Salvo poi assistere, con la crescita dell'importanza degli e-sports, a una vera e propria asta tra colossi a suon di milioni. Con tanto di problemi, come la Juventus che cede i suoi diritti a un'azienda e qualla rivale la trasforma in Piemonte Fc nel suo gioco. Sta di fatto che stando alle carte, il Milan ha sottoscritto un accordo con Ea Sports che ricorda come «il diritto all'uso delle sembianze di Zlatan nel gioco rientra nell'accordo sottoscritto nel luglio scorso». Mentre Bale, sembra dimenticare che nel 2014 è stato ospite d'onore nella copertina dello stesso gioco insieme a Messi.

Per ora Zlatan sembra perdere quindi, ma lui odia perdere. Ieri ha vinto il Pallone d'oro svedese, dodicesimo della sua carriera. E proprio in patria, sul tema Nazionale, lasciata nel 2016 e ora di nuovo desiderata, sta facendo un po' vacillare l'integralista ct svedese Andersson. «Argomento chiuso», aveva sentenziato ma adesso corregge il tiro. «Nel 2016 mi aveva detto chiaramente che non voleva più farne parte. Ora tocca a lui dire se vuole tornare, se così fosse starà a quel punto a me decidere».

Il ct ha aggiunto di essere impressionato dal rendimento di Ibra ma, appunto, vuole per sè l'ultima parola.

Vedremo. Intanto Zlatan continua a incantare in campo e a far discutere fuori. Come solo i grandi sanno fare. In fondo, che sia in nazionale o sui videogiochi, in quanti possono permettersi di schierare 11 se stessi?

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