Un lungo, profondissimo, sospiro di sollievo. La Lazio batte 1-0 la Fiorentina, confermandosi in piena zona Champions League. È un passo importante nella direzione giusta, anche se il momento di difficoltà non è ancora superato.
I biancocelesti hanno vinto soffrendo, specie nel finale quando Inzaghi ha tolto Immobile (dopo aver sostituito già anche Caicedo) e non c'era nessuno che teneva su la squadra. Eppure i biancocelesti hanno vinto da squadra, ottenendo il terzo 1-0 stagionale (appena due nelle 55 partite della scorsa stagione) e mandando un segnale chiaro: i giocatori sono uniti, fra di loro e con il tecnico. Non a caso i migliori in campo sono stati proprio i senatori: Immobile, Parolo, Lulic e Radu.
«Abbiamo avuto una reazione da uomini, importante e significativa dopo la sconfitta con la Roma e quella con l'Eintracht Francoforte», ha detto Immobile a fine partita. Suo, su azione d'angolo, il gol che ha deciso l'incontro. Curiosamente l'attaccante della nazionale italiana, con la rete realizzata alla Fiorentina, ha completato la sua personalissima collezione di vittime in Serie A: ai viola, in nove precedenti, non aveva mai segnato. Ora ha realizzato almeno una rete a tutte e 20 le squadre che compongono il campionato (Lazio compresa). A testimoniare la sofferenza della Lazio, Inzaghi a fine partita ha disertato la conferenza perché afono. Addirittura, all'uscita dallo stadio, a un bambino che gli chiedeva di urlare insieme Forza Lazio in un video ha potuto concedere solo una foto con il pollice alzato. La difesa d'altronde, seppur in grado di mantenere la porta inviolata, troppo spesso lo ha messo in agitazione: particolarmente in difficoltà Wallace, quando puntato da Pjaca e Chiesa, che ha sbagliato anche spesso in fase di impostazione.
Al posto di Inzaghi ha parlato in conferenza stampa il vice Massimiliano Farris: «Non avevamo dubbi sul fatto che questo gruppo sarebbe ripartito. Abbiamo perso male il derby e col Francoforte e per questo i ragazzi stavolta hanno dato fondo a tutte le loro energie». Deve invece lavorare sulla testa dei suoi giocatori Pioli: i viola, che in casa sono a punteggio pieno e vantano il miglior attacco della Serie A, in trasferta hanno collezionato un solo punto (a Genova contro la Sampdoria), segnando appena due gol.
«Abbiamo avuto diverse occasioni clamorose che non abbiamo sfruttato ha spiegato Pioli . Se le avesse avute la Lazio avrebbe segnato: in questo dobbiamo crescere. È un peccato tornare a mani vuote dopo una prestazione del genere».
La sua Fiorentina però è giovane e non può che crescere. E il fatto di aver messo in seria difficoltà la Lazio in una partita così importante per i biancocelesti è comunque significativo. Come quel sospiro dell'Olimpico di sollievo a fine gara.
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