Il colpo d'ala per restare in alta quota, pure con quell'asterisco in classifica mai semplice da gestire dal punto di vista psicologico, arriva in maniera roboante e nelle «zone» Inter. La truppa dell'ex Inzaghi umilia la Lazio finora splendente di Baroni, prima colpendola sui titoli di coda del primo tempo e poi affossandola agli albori della ripresa. Due specialità di casa nerazzurra: 10 i gol segnati nei quindici minuti finali delle frazioni iniziali, 9 quelli a referto nel quarto d'ora d'avvio delle seconde. Diventeranno sei alla fine, con altrettanti marcatori diversi - e nella lista manca Lautaro - a suggellare l'impresa interista. L'ultima volta era stata a Verona due anni fa.
Riproposta sontuosamente, e contro una delle rivelazioni del campionato, la candidatura al bis scudetto. Dal rigore di Calhanoglu (più televisivo che netto e infatti rilevato dal Var, ma comunque giusto a termini di regolamento) al tiro vincente di Thuram in area, l'Inter infierisce sui biancocelesti che escono certamente ridimensionati, anche se la classifica sorride ancora in ottica posto Champions. La gara dell'Olimpico evidenzia l'enorme differenza tra le due squadre: una costruita per vincere e che ogni tanto si concede qualche colpo a vuoto, l'altra allestita in chiave futura con tanti giocatori di qualità ma ancora inesperti quando si deve salire a livelli così alti.
La Lazio è durata mezz'ora, nella quale ha costretto sulla difensiva gli avversari. Tre conclusioni imprecise di Noslin, proposto al centro dell'attacco al posto dello squalificato Castellanos, una «telefonata» di Nuno Tavares che ha perso nettamente il confronto tra i due mancini spettacolari con Dimarco. Che si è persino concesso il lusso di segnare con un piattone gentilmente regalato dall'intervento a vuoto di Marusic e chiudere di fatto la gara al 45'.
La svolta favorevole ai nerazzurri è comunque in due episodi: l'uscita del pilastro difensivo Gila che accusa un giramento di testa preoccupante (negli occhi degli interisti e di tutti i protagonisti in campo c'è ancora la tragedia sfiorata di Bove a Firenze) e il braccio galeotto di Gigot, il sostituto dello spagnolo, che provoca il rigore che rompe l'equilibrio. Anche il francese, colpito nel seguito della stessa azione da un calcio fortuito di Lautaro in faccia, dovrà abbandonare la contesa in quanto stordito.
L'uno-due micidiale si ripete a inizio ripresa, con una Lazio distratta (e con una difesa nella quale Marusic è costretto a fare il centrale) e infilata dal missile di Barella - sotituito più avanti precauzionalmente (leggera contrattura all'adduttore della coscia destra) - oltre che dalla zuccata dell'olandese
Dumfries che si regala in una notte gol e assist. Gara finita? Macchè, c'è gloria anche per l'inatteso Carlos Augusto e in chiusura anche per il solito Thuram. Roba da leccarsi i baffi e una punizione severissima per la Lazio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.