L'Inter campione d'Italia inaugura stasera il 36esimo turno di campionato, in casa del pericolante Frosinone. Logica vorrebbe che i nerazzurri sfuggissero a un'altra brutta figura, dopo lo scivolone in casa del Sassuolo. Ma a fine stagione, e con lo scudetto vinto, non si sa mai. Inzaghi prosegue nel concedere spazio a chi ha giocato di meno durante l'anno (non chiamiamolo turnover, è un'altra cosa) e Di Francesco spera ovviamente di trovare avversari nuovamente sottotono. Fuori Pavard, Bastoni, Calhanoglu e soprattutto capitan Lautaro (non segna dal 28 febbraio) e Mkhitaryan, finora 35 presenze su 35 partite in campionato (di cui 34 giocate da titolare).
La passerella continua e in attesa di ricevere nel prossimo turno a San Siro la coppa dello scudetto, l'Inter incassa i complimenti di Paolo Maldini, che intervenuto a Radio Serie A (dove peraltro non ha parlato di Elliott e RedBird o di Pioli e Cardinale) ha riconosciuto agli storici rivali i meriti della vittoria tricolore. «L'Inter ha una struttura dell'area sportiva eccezionale, questo è il segreto. C'è un'idea precisa con contratti lunghi», spiega la bandiera rossonera e nel riferimento a Marotta e ai suoi collaboratori si può evidentemente leggere un indiretto riferimento al suo Milan. Ancora l'ex capitano e direttore tecnico rossonero: «Si dà sempre poca importanza alla gestione del gruppo, non è un caso che il Napoli sia andato così male dopo l'addio di Spalletti e Giuntoli. Consideriamo i calciatori come macchine, ma hanno bisogno di qualcuno che parli con loro e gli dica come stanno le cose». Qualcuno a Casa Milan è libero di prendere nota, volendolo fare.
Inzaghi, che deve ancora discutere il rinnovo del contratto, da capire la scadenza (2026 o 2027), ha visto sfuggire prima la possibilità di conquistare il record di punti in Serie A, poi
di superare quota 100, adesso se proprio vuole un record può provare a battere i 97 punti che Mancini ha conquistato con l'Inter nel 2007, massimo per il club nerazzurro. Può arrivare a 98, ma deve vincere 3 partite su 3.
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