L'Inter era una squadra perfetta, la Juventus una squadra da rifare. Saranno le prossime partite a dirci se il derby d'Italia più pazzo di sempre è servito a guarire i difetti dell'Inter o a enfatizzare i pregi della Juventus. Quasi una seduta di autocoscienza, da cui Inzaghi esce preoccupato (e arrabbiato) e Thiago Motta soddisfatto (e ottimista).
L'Inter subisce troppo, ma è miope puntare l'indice solo sugli errori individuali dei difensori e spiegare con le statistiche perché in 9 partite di campionato ha subito tanti gol (13) come l'anno scorso in 27. C'è dell'altro e nasce da lontano, anche da come la squadra attacca, e non è un paradosso, occupando spazi in modo differente da come faceva un anno fa, perché la corsa di tanti non è più la stessa (capita, invecchiando), perché non c'è partita che Inzaghi faccia la conta senza avere qualche infortunato. E così si accorcia anche la sua coperta, soprattutto in mezzo al campo, dove quando manca Calhanoglu manca quasi tutto.
C'è poi chi le chiama distrazioni e allude ai pareggi col Genoa e col Monza, ma in realtà c'è dell'altro: nello scorso campionato, l'Inter ha dominato gli scontri diretti, vincendoli tutti meno il pari di Torino in casa Juve; quest'anno ha battuto solo la mini versione dell'Atalanta. Quando l'asticella si alza, la squadra fatica. Il City è l'accezione, con tutti gli annessi in corpo alla prima partita di Champions.
Domenica hanno sbagliato i difensori, da Sommer in avanti, ma nel frattempo Lautaro dov'è finito? Finora per lui solo 3 gol (compresa una doppietta, che significa a secco per 6 partite). Buon per Inzaghi che l'altra faccia della ThuLa stia rendendo per due, sennò il bilancio sarebbe stato anche più in rosso . A proposito di numeri: l'assemblea del club ha approvato il consuntivo dell'ultima stagione, col passivo ridotto (-36 milioni) la sostanziale parità della gestione operativa (al netto degl'interessi passivi) e il record di ricavi (475 milioni). Nelle pieghe del bilancio scoperti anche i rinnovi mai annunciati di Acerbi e Darmian, prolungati fino al giugno 2026, quando avranno rispettivamente 38 e 37 anni.
Ecco, l'età è un altro tassello del mosaico. Cosa chiedere a Inzaghi più di quanto fatto un anno fa, con la stessa squadra, ma più vecchia? Ripetersi sarebbe già importante, ma non semplice. Ecco perché la Juventus ha teoricamente margini di crescita più ampi rispetto all'Inter. Perché è più giovane e ha un allenatore che ha appena cominciato a seminare. L'assenza di Bremer è devastante e pesa già moltissimo: 1 gol (in Champions) subito in 7 partite col brasiliano in campo, 8 da Lipsia in avanti (5 partite). Sarà un buco incolmabile anche a gennaio, a meno che Giuntoli riesca davvero a farsi prestare anche Skriniar, dopo Kalulu.
A Milano come a Lipsia, Thiago ha sparigliato la partita con scelte apparentemente anomale ma tremendamente efficaci.
Poi Yildiz e Conceicao hanno fatto il resto. Ma è quando si è trovato spalle al muro che ha trasmesso la scossa giusta. Lo Stoccarda resta l'eccezione negativa, le prossime partite dovranno confermarlo, ma la giovane Juventus sta cambiando.
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