Inzaghi, il re delle Coppe prende per mano l'Inter per salire l'ultimo scalino

Su otto finali ha perso la prima e poi vinto tutte le altre. Ma non scioglie il dubbio Dzeko-Lukaku

Inzaghi, il re delle Coppe prende per mano l'Inter per salire l'ultimo scalino
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È arrivato il momento di aggiornare la storia: 13 anni dopo la terza, l'Inter prova a vincere la sua quarta Champions. L'avversario è il più forte possibile, il ricco City degli arabi, che la Champions finora l'ha solo sfiorata, sconfitto 2 anni fa dal Chelsea, entrato in finale da netto sfavorito come l'Inter stasera, eppure alla fine capace di alzare la coppa. «La chiave non sarà il centrocampo, ma le gambe, la testa e il cuore. Le gambe per fare una corsa in più; la testa per essere lucidi anche quando normalmente non sarebbe possibile; il cuore perché ti aiuta a trovare energie che non sapevi di avere»: la ricetta di Inzaghi per ribaltare il pronostico va oltre la tattica, anche se ovviamente la sfida «alla squadra più forte del mondo» è stata preparata a fondo e in ogni dettaglio, «siamo pronti ad affrontare Haaland, ma anche i suoi compagni, perché è tutta gente molto pericolosa».

Inzaghi s'è meritato sul campo il titolo di Re di coppe, almeno in Italia: ha giocato 8 finali, ha perso la prima e ha vinto le ultime 7 (4 contro la Juventus, 1 contro Atalanta, Milan e Fiorentina), 3 sulla panchina della Lazio, 4 su quella dell'Inter. Istanbul è l'occasione per il pokerissimo e per allargare gli orizzonti del titolo. «Siamo orgogliosi di essere qui, insieme. Siamo stati un gruppo, unito anche nei momenti difficili. Insieme è la nostra forza. Il City deve sapere che daremo tutto ciò che abbiamo e anche di più».

L'Inter è decisa da giorni, anche se fingendo una dimenticanza Inzaghi evita di rispondere alla domanda più attesa: Dzeko o Lukaku? Piuttosto che restare sul vago, il tecnico preferisce dribblarla, non rispondendo per nulla. Tutti pensano che comincerà Dzeko (diventato obiettivo del Fenerbahce), perché Lukaku è considerato il booster ideale per lo scorcio finale di partita. Certo, a patto di esserne ancora dentro. Scalpita anche Mkhitaryan, ma non gioca dal 16 maggio e perciò il titolare sarà Brozovic, col padrone di casa Calhanoglu mezzala. Il turco nato in Germania, ma che a differenza di Gundogan ha scelto la nazionale di origine, potrebbe spostare il tifo terzo dalla parte dell'Inter, almeno questa è la speranza nerazzurra. Tutto serve.

L'Inter gioca a Istanbul la 57esima partita della stagione, la più importante. Lautaro è l'unico che le ha giocate tutte, sempre presente, con 28 gol, di cui 3 in Champions. Il bilancio nerazzurro è già largamente positivo, nonostante lo scudetto perso per la seconda volta. Lo ha ammesso anche Marotta, il più fiero tra i critici di Inzaghi, quando le cose non andavano bene.

Zhang gli ha riservato parole dolci, il tecnico ringrazia («ma in privato mi ha sempre fatto avere la sua stima e il suo conforto»). Istanbul ha riportato l'Inter al centro del mondo, stasera sarebbe bello e importante salire l'ultimo gradino.

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