È un uomo di cuore, nel senso che è malatissimo di ciclismo e con il cuore lo racconta dal 2005 per Eurosport. È un uomo di cuore anche perché quel coso lì, il suo amico, come dice lui, ogni tanto fa le bizze. In un paio di circostanze si è anche fermato, la seconda in maniera a dir poco preoccupante e provvidenziali sono risultate le cure immediate portare da Lucio Rizzica e Giovanni Bruno di Sky, che lo presero davvero per i capelli. «Diciamo che Lucio mi ha davvero riportato al mondo o se meglio preferite lui e Giovanni (Bruno, ndr), hanno fatto in modo che restassi in questo mondo dice lui, Riccardo Magrini, ex corridore professionista con al proprio attivo una tappa al Giro e al Tour -. Ho un cuore così, un po' malandato, anche se adesso dopo lo spavento del 2017, le cose vanno molto meglio, anche grazie alla bicicletta: a pedalata assistita».
Defibrillatore sottocute e poi una dieta che fatica a seguire, oltre a tanta bicicletta senza forzare. Senza farsi del male. «La bicicletta con il motorino è stata la scoperta del secolo ci racconta Riccardo -. Senza l'aiutino non potrei fare quello che faccio, anche quattro ore di bicicletta in tutta serenità, senza tirarmi il collo. Pesavo 110 kg e adesso sono 95, anche se dovrei calare ancora. Esco tre volte o quattro a settimana. Ho un gruppo di amici fedelissimi che pedalano con me in Brianza (lui è di Montecatini, ma da anni è di stanza a Sesto San Giovanni, ndr) -. Con me Giovanni Bruno ex direttore di Sky Sport, Sandro Sabatini di Mediaset, il direttore di corsa del Giro d'Italia Stefano Allocchio, il generale Angelo Giacomino, Mauro Sanchini spalla di Guido Meda per le cronache di Moto GP, Fabio Perego, il campione olimpico Antonio Rossi che ora è a casa in convalescenza, oltre al signore degli Anelli Jury Chechi. Insomma, siamo proprio un bel gruppo. Loro tutti con la muscolare, io con la mia Bmc munita di motorino che mi consente di rivivere le sensazioni di quando correvo da ragazzo. È bello sentire ad una certa velocità il vento sulla faccia e, certa velocità, credetemi, oggi la posso fare solo con la pedalata assistita».
La e-bike è il fenomeno del momento, non certo per una mera questione di moda, ma per un radicale cambio di abitudini delle persone accelerate anche dalla pandemia. «È esattamente così: è cambiato il modo di pensare ci conferma Riccardo -. Prima tutti eravamo schiavi della macchina, con questi nuovi gioielli di tecnologia possiamo rivedere radicalmente il nostro stile di vita. E quel che è bello è che questa bicicletta è democratica: è per tutti e per tutte le tasche. Io ho una bellissima Bmc, ma ci sono anche delle spaziali Pinarello, così come delle bellissime Colnago o De Rosa, Bianchi o Trek e Specialized.
Ognuno può scegliere quello che vuole, con quello che ha a disposizione. Sono mezzi eccezionali, in questi giorni sono a Cavalese, e uno come me può scalare il Pordoi o il Manghen, senza rischiare le coronarie. Come si dice: la e-bike allunga la vita». E fa bene.
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