Italbici al Tour con quattro corridori

Al via sabato: nel '78, '80 e '81 non andò nessun azzurro

Italbici al Tour con quattro corridori
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Andremo al Tour senza il campione d'Italia e pochi corridori di casa, pochissimi in verità: Battistella, Ciccone, Oss e Bettiol. Quattro. Non è un record negativo, perché nel'78, 80 e '81 non ne schierammo nemmeno uno, ma in attesa degli organici finali, al momento, ad una settimana dal via da Bilbao della Grande Boucle, la situazione è questa. Simone Velasco che sabato si è laureato a Comano Terme campione d'Italia non ci sarà e quindi le nostre ambizioni saranno riposte in Giulio Ciccone, che andrà a caccia di tappe e di quella maglia a pois che premia lo scalatore del Tour, dopo aver toppato il tricolore. Chi non si fa schiacciare dal peso del pronostico è la regina del ciclismo italiano Elisa Longo Borghini, che dopo aver vinto venerdì la maglia tricolore della crono, ha bissato ieri con quella della prova in linea (seconda Silvia Persico, terza Marta Cavalli, ndr): per la piemontese trattasi dell'11° titolo italiano, il quarto in linea contro i sette a cronometro, risultato che porta Elisa in parità con mamma Guidina Dal Sasso che vinse nello sci di fondo 11 titoli nazionali. Per Elisa, la soddisfazione di andare a corre la Grande Boucle con il tricolore sulle spalle (il via il 23 luglio, ndr). «Ma prima c'è il Giro d'Italia (dal 30 giugno, ndr)», precisa lei.

Tornando alla Grande Boucle, sarà sfida tra il danese Jonas Vingegaard, ultimo trionfatore e il bimbo sloveno Tadei Pogacar (ieri anche lui nuovamente campione nazionale, ndr), che rientra dopo la frattura alla mano. Che Tour sarà? Con più montagne che in passato, meno chilometri a cronometro - anzi una crono sola che guarda all'insu -, lo storico ritorno del Puy de Dome, le Alpi a decidere le sorti della corsa, i Vosgi a mettere la parola fine ai giochi: in sintesi è questo il Tour de France 2023, il numero 110 della storia nel 120esimo anniversario della prima edizione. Se è per questo si festeggiano anche i 70 anni della maglia verde, quella a punti, che premia generalmente un velocista.

Sono 30 i gran premi della montagna, lo scorso anno erano 23, nel 2021 furono 27 e 29 nel 2020: insomma, è un Tour duro, che propone tante difficoltà e che sulla carta strizza l'occhio al suo ultimo re Jonas Vingegaard, l'uomo che nessuno ha staccato in salita e che nel nuovo percorso ha qualche motivo in più per sorridere.

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