Italia cancellata, potere al persiano

"Di italiano, infatti, non c'è più niente in questa società che vanta una proprietà cinese, un presidente indonesiano, un vicepresidente argentino, un ad inglese e uno svizzero a capo della comunicazione"

Italia cancellata, potere al persiano

Per fortuna il 46enne olandese Frank De Boer, nuovo allenatore dell'Inter, ci sa fare con le lingue: ne parla quattro, a Natale si esprimerà anche in un buon italiano che gli servirà solo in conferenza stampa. Di italiano, infatti, non c'è più niente in questa società che vanta una proprietà cinese, un presidente indonesiano, un vicepresidente argentino, un ad inglese e uno svizzero a capo della comunicazione. Come se non bastasse l'uomo più potente e ascoltato dai nuovi padroni è persiano, Kiavash Joorabchian, nato a Teheran, agente di De Boer, e non solo. Con grande abilità ha tessuto la trama che ha portato alla separazione consensuale di Mancini (via con una buonuscita di 2,5 milioni) e all'arrivo dell'ex tecnico dell'Ajax (contratto di due anni a 2,5 milioni con opzione sul terzo). È lui l'uomo che, con molta probabilità, imprimerà una svolta al mercato nerazzurro puntando sui giovani e, chissà, entrando in conflitto con l'attuale ds Ausilio.

Un cambio tanto coraggioso quanto rischioso. A suo tempo Allegri sostituì Conte a preparazione appena iniziata per poi vincere il massimo in Italia e sfiorare il successo nella finale di Champions League. Non era mai accaduto, però, che una grande compisse un passo del genere a 10 giorni dal via del campionato. Sarebbe stato preferibile se Thohir, per qualche mese ancora presidente del club nerazzurro, avesse deciso il passaggio di consegne ai primi di luglio: a bocce ferme e mercato in fieri. Che Mancini fosse ai titoli di coda, era risaputo. La sua stella cominciò a spegnersi un anno fa quando ripudiò i giocatori acquistati nel mercato invernale. "Va bene sbagliare un paio di mosse, non dieci", il pensiero dello staff. E così Thohir, in sintonia con i nuovi azionisti, restrinse l'autonomia dell'allenatore jesino che invece aveva chiesto un prolungamento del contratto con tanto di carta bianca. Pare inoltre che i giocatori più influenti dello spogliatoio abbiano espresso pollice verso nei confronti di Mancini e l'abbiano addirittura criticato per la preparazione atletica e l'incoerenza sul piano tattico. L'1-6 con il Tottenham non è stato figlio del caso.

A De Boer, che in 6 stagioni ha vinto 4 campionati ma non ha mai portato l'Ajax oltre la prima fase a gironi in Champions League, il compito di dare un'anima, un'identità, soprattutto una scossa, all'Inter che non vince più.

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