La finale dei campionati Europei di calcio tra Italia e Inghilterra è stata un evento super-diffusore di Covid-19. A riportare la notizia è il Times citando i dati elaborati dal Public Health England, secondo cui circa 2.300 persone probabilmente infettate dal Covid-19 erano presenti allo stadio di Wembley lo scorso 11 luglio. Secondo lo studio, 3.404 tifosi che hanno assistito alla finale sono poi risultati positivi nei giorni successivi e potrebbero aver contratto il virus allo stadio.
"Una volta nella vita..."
Secondo le autorità sanitarie britanniche, la finale di Wembley è stata una partita che "accade una volta in una generazione" e non può essere usata come termine di paragone per altri eventi di massa, che a loro parere possono tenersi in sicurezza senza una significativa diffusione del Covid. "Era la prima volta che una squadra inglese partecipava a una finale internazionale di calcio da 55 anni. Questo non verrà replicato per tutte le partite che si svolgeranno durante l'inverno", hanno dichiarato gli esperti. Il rapporto ha anche evidenziato che al torneo tennistico per eccellenza, quello disputato a Wimbledon nel mese di giugno, il rapporto tra persone già contagiate e nuovi positivi è stato molto più basso della sola finale di Wembley vinta dall'Italia ai calci di rigore. Quelli definiti come probabili positivi al Covid al momento della partita sono risultati positivi entro due giorni dopo la gara, mentre le persone che credevano di aver contratto il coronavirus allo stadio hanno ricevuto un risultato positivo da tre giorni a una settimana dopo.
Tutti i contagi degli Europei
Come si poteva immaginare (ma non era difficile farlo), gli Europei di calcio sono stati un enorme veicolo di diffusione della pandemia: le sole gare disputate in Inghilterra hanno causato più di 9mila contagi Covid, di cui oltre la metà soltanto in finale. Lo rivela uno studio governativo britannico che sottolinea come il torneo calcistico europeo ha generato "un rischio significativo per la salute pubblica". Più dell'85% di tutte le infezioni relative al periodo di 49 giorni, ricchi di diversi eventi sportivi, musicali e d'intrattenimento all'aperto, sono collegabili alle otto partite di Euro 2020 giocate a Londra, principalmente a semifinale e finale. E non sappiamo i numeri di quanto accaduto nelle altre città protagoniste dell'evento altrimenti i numeri sarebbero sicuramente ben più alti. Si pensi al caso di Roma, dove si è avuto un importante aumento di casi un paio di settimane dopo la fine dei campionati europei.
Così si è diffuso il virus
Secondo quanto scritto sul rapporto inglese, il contagio si è diffuso soprattutto intorno ai punti ristoro dello stadio con folle di persone che si accalcavano per rifornirsi di cibo e bevande.
Ma lo studio spiega che gli spettatori di Euro 2020 hanno utilizzato poco e male le mascherine. E poi, i disordini di massa fuori dallo stadio con il tentativo di molte persone di entrare nello stadio senza biglietto, sono stati un’altra causa della diffusione del virus- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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