Ci ha riprovato il calcio, con Kean, Emerson, Jorginho e il sempreverde Balotelli tra gli altri. Un tentativo, l'ennesimo, dopo gli oriundi Schiaffino, Altafini, Eder, Camoranesi e così via. L'esperimento è stato tentato, con risultati sportivi non eccelsi, anche nel basket, con Filloy, Brooks, Abass, Burns e Hackett e una nazionale che si deve giocare la qualificazione olimpica, lì dove manca addirittura dal 2004.
Chi invece ha centrato l'obiettivo, dal punto di vista sociale e non solo, è la nazionale di pallavolo femminile; che, dopo la qualificazione a Tokyo 2020 di dieci giorni fa, ora si giocherà le sue carte nell'Europeo, al via venerdì a Lodz con il match contro il Portogallo (a seguire, nella fase a gironi, azzurre impegnate contro Ucraina, Belgio, Slovenia e Polonia). Lì dove il gruppo di coach Davide Mazzanti si presenterà come una vera e propria nazionale multietnica: delle 14 atlete convocate, infatti, sette sono italiane tout court (Orro, Chirichella, Danesi, De Gennaro, Parrocchiale, Bosetti e la bolzanina Folie). L'altra metà del cielo è composta da una ragazza di origine bulgara (Malinov), tre di origini nigeriane (Nwakalor, Enweonwu e Egonu), una con genitori della Costa d'Avorio (Sylla), una nativa tedesca (Fahr) e una lituana (Sorokaite): «Ho voluto confermare il gruppo che ha affrontato la qualificazione olimpica di Catania proseguendo nel progetto - ha ammesso il ct Mazzanti - la squadra è pronta». L'unica novità è Enweonwu al posto di Pietrini. L'Italia è considerata una delle possibili protagoniste di questo Europeo che si disputerà in quattro Paesi diversi (Turchia, Polonia, Slovacchia, Ungheria). Le azzurre, che vanno a caccia del terzo titolo continentale a dieci anni di distanza dall'ultimo, punta al primo posto nel gruppo per avere poi un tabellone agevole verso le semifinali: «Quello di quest'anno è un Europeo differente - precisa ancora Mazzanti - molto più lungo e quindi sarà importante che ogni giocatrice dia il proprio contributo». E riguardo alle scelte fatte, non ha dubbi: «Il gruppo mi consente di avere diverse soluzioni tattiche e credo che questo possa essere un valore aggiunto».
Di certo vedere ragazze di colore, albine e con tratti mediterranei una di fianco all'altra, tutte unite da una stessa maglia, ha un fascino che va però ben oltre l'aspetto prettamente sportivo: le vice campionesse mondiali partiranno domani sera alla volta di Varsavia con la
consapevolezza che la giovane età e la spensieratezza potranno essere la carta vincente per ben figurare. Squadra giovane e multietnica, volto dell'integrazione di un Paese che, quando vuole, sa andare oltre razzismo e pregiudizi.
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