Marcell Jacobs ha sciolto la riserva: sarà al via a Eugene, in Oregon, nella batteria dei 100 metri in programma nella notte tra domani e sabato (ore 3.50 italiane diretta Rai 2 e Sky Sport, le 18.50 statunitensi). Il bicampione olimpico c'è e non intende perdersi il primo Mondiale di atletica sul suolo americano in quasi 40 anni. Nell'incantevole cornice dell'Hayward Field, l'azzurro, che tra l'altro è nato proprio negli States, a El Paso, torna a sfidare il mondo sulla distanza regina. Lo farà a quasi un anno di distanza dai Giochi di Tokyo 2020, dove lo sprinter delle Fiamme Oro si è laureato campione olimpico lasciando sorpreso il mondo intero. Era il primo agosto, una giornata storica per lo sport italiano perché in venti minuti l'atletica italiana ha conquistato due ori con Gianmarco Tamberi, nel salto in alto e con lo stesso Marcell, nei 100, prima del bis più avanti nella 4x100.
L'Italia che ha stupito Tokyo adesso va all'assalto dell'America. Ma ci arriva abbastanza acciaccata, come ha detto fra queste pagine il direttore tecnico Antonio La Torre. Non è un caso se i suoi due leader, Jacobs e Tamberi, hanno avuto un avvicinamento tortuoso. Eppure, sia Gimbo che Jacobs alla fine saranno della partita e, anzi, apriranno loro le danze in quel di Eugene, cittadina di 176.000 abitanti, storico cuore pulsante dell'atletica statunitense e soprannominata Track Town. La cui storia si lega a quella personale di Steve Prefontaine, il leggendario mezzofondista degli anni Settanta, morto in un incidente stradale nel maggio 1975 all'età di 24 anni. Il suo allenatore, Bill Bowerman, è stato il pioniere dei moderni metodi di allenamento per le medie distanze, ha progettato le superfici delle piste di oggi e ha contribuito alla grande ondata di corsa popolare di 50 anni fa. Peraltro, entrambe le figure sono connesse alla Nike, che da piccola azienda locale sarebbe diventata un gigante internazionale dell'abbigliamento sportivo. Il marchio con la virgola, che è stampato ovunque nel suo stadio e nella città di Eugene, è anche lo sponsor tecnico di Jacobs e gli ha fornito un impianto a Beaverton, nel quartier generale non lontano da Portland, dove allenarsi per recuperare dal fastidio al gluteo che gli ha impedito di correre a Stoccolma il 30 giugno.
«Marcell ha ritrovato un feeling con la corsa, con se stesso e il suo corpo, non ci sono più problemi e fastidi. Siamo molto fiduciosi e tranquilli», assicura coach Paolo Camossi.
Ma il suo rientro non convince i bookmakers: un successo iridato del campione olimpico è offerto a 4,50, contro l'1,70 del grande favorito Fred Kerley, l'americano che Jacobs ha battuto a Tokyo 2020. «Sicuramente Kerley ha una marcia in più, ma anche gli altri possono inserirsi e stargli davanti. Abbiamo lavorato per essere uno degli altri», chiosa Camossi. Come finirà stavolta?
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