Torino. Dubbi sul proprio futuro Allegri non ne ha. E probabilmente non li ha mai avuti. Fatto sta che anche ieri, dopo averlo già fatto nelle ultime settimane, ha presentato l'odierno match contro l'Udinese dando per scontato che a luglio ci sarà ancora lui alla guida della Juventus. Nessuna incertezza e nessuna indecisione, nessuno spiraglio lasciato aperto, nemmeno una mezza frase che possa far pensare che il tecnico livornese si senta in discussione. «La prossima stagione sarà diversa, potremo fare un'ottima annata. Le prime cose che rimangono, dopo avere vissuto questi mesi, sono rabbia e voglia di ripartire. Quando non vinci è giusto che sia così, altrimenti diventi come quelli che non vincono mai». Siccome lui di trofei ne ha alzati parecchi, vorrebbe riprovare la stessa ebbrezza: sempre alla guida dei bianconeri («inizieremo il ritiro il 10 luglio»), cui è legato da un contratto fino al 2025. «Ci sono varie prospettive a seconda della competizione che faremo, a tutto c'è però una soluzione e una buona base c'è già: dovremo metterci dei pezzettini sopra, ma abbiamo una rosa molto valida». A questo punto sarebbe insomma una (mezza) sorpresa se ai piani alti della società decidessero di dargli l'arrivederci: nel calcio tutto può comunque accadere e non è un mistero che circolino voci sul possibile arrivo di uno tra Tudor (via dal Marsiglia) e Italiano, mentre l'ipotesi Conte appare più fantacalcistica che altro.
Nel frattempo c'è da chiudere questa stagione surreale, con il mini obiettivo di acciuffare per la coda la qualificazione in Europa League: bisognerà però battere l'Udinese sperando nel pari di una tra Roma e Atalanta. Va poi da sé che il tutto potrebbe essere vanificato dalla decisione dell'Uefa di estromettere (o no) la Juve dalle proprie competizioni: scenari che verranno di qui a fine giugno e sui quali Allegri e la squadra non possono incidere. Quanto alla stagione ormai quasi in archivio, «più che rimproverarmi qualcosa, nei prossimi giorni faremo il punto: sul momento, le decisioni che si prendono sono sempre le migliori. Errori? Ci sono sempre e fanno parte del lavoro. Nella prima parte di stagione, pur in mezzo agli infortuni, avremmo potuto fare meglio, mentre l'ultimo periodo è stato certamente anomalo. Tutti noi, dalla gestione di quest'annata, usciremo migliori dal punto di vista dell'equilibrio interiore».
Oggi si vorrebbe comunque chiudere con una vittoria: già ai saluti Rabiot, Paredes e Di Maria, è possibile che lo stesso capiti a Vlahovic («ha le
potenzialità per fare una grande carriera»: Bayern alla finestra). In entrata, viene cercato con insistenza Frattesi. Per il resto, si vedrà. «Avremo ancora più rabbia e vorremo essere protagonisti fino alla fine». Chissà.
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