
La March Madness in salsa bianconera è arrivata all'epilogo. E se negli Stati Uniti la follia di marzo' riguarda il coinvolgimento di tutto il Paese per le finali del basket universitario, a Torino è invece andato in scena uno psicodramma da fare impallidire i vari Anconetani, Cellino e Zamparini: presidenti mangia allenatori', capaci di cambiare idea più volte nel corso della stagione. E quindi: dopo avere espressamente dichiarato «andiamo avanti con Thiago Motta» non più tardi di una settimana fa, alle 17 di ieri la Juventus ha emesso uno stringato comunicato per ufficializzare quello che ormai tutti sapevano, ovvero il siluramento del tecnico italo-brasiliano, ringraziato insieme al suo staff «per la professionalità dimostrata e per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione, augurando loro il meglio per il futuro. Juventus FC comunica inoltre di aver affidato la guida della Prima Squadra Maschile a Igor Tudor che domani (oggi, ndr) dirigerà il primo allenamento».
Si chiude così il capitolo che, nelle speranze estive, avrebbe dovuto portare a Torino bel gioco e risultati: il primo si è visto solo a tratti e sempre più raramente con il passare dei mesi, i secondi non sono mai arrivati e, perso (momentaneamente?) il quarto posto in classifica, dirigenza e proprietà hanno infine deciso per il cambio. Il balletto del lo cacciamo o non lo cacciamo è stato però inutile e stucchevole, senza che vi sia stata traccia dell'ormai scomparso stile Juve: Motta - sotto contratto fino a giugno 2027 - ha lavorato regolarmente la scorsa settimana per poi dare tre giorni di libertà ai giocatori e andarsene nella sua casa in Portogallo. Convinto perché così gli era stato detto di avere conservato il posto almeno fino a sabato, quando allo Stadium arriverà il Genoa. Invece, come non detto: il furibondo John Elkann ha infine avallato il siluramento e dato il via libera a Tudor, il quale cercherà di guadagnarsi la riconferma per la stagione 2025/26 nelle nove partite che restano da disputare.
Obiettivo inevitabile sarà il quarto posto in classifica e, con esso, la rivalutazione di giocatori apparsi imbrocchiti strada facendo: da Vlahovic («il più forte centravanti del campionato», parole del tecnico croato pronunciate non troppo tempo fa) a Koopmeiners, fino a Nico Gonzalez e Douglas Luiz. Se ce la farà, l'ex difensore pupillo di Lippi - già vice allenatore di Pirlo, a Torino - avrà qualche chance di rimanere anche il prossimo anno: altrimenti, tanti saluti anche a lui e spazio a uno tra Mancini, Conte, Gasperini e Pioli.
Potrà funzionare come no e comunque si è imboccata una strada senza esserne troppo convinti, con un contratto a tempo (mezzo milione per quattro mesi, più bonus) che gli permetterà di sedersi in panchina anche nel Mondiale per club di giugno-luglio) e che sarà automaticamente rinnovato fino al 2026 in caso di qualificazione Champions. Non ci si è voluti spingere oltre e anche questo è un segnale dell'incertezza che regna in società: mala tempora currunt', diceva Cicerone.
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