Klopp e il fenomeno Dea. "C'è solo da imparare...". Che occasione per Gasp

Il tedesco: "Sfida dal sapore particolare. Altro che Ajax". L'italiano: "Infortuni? Mi mancano i tifosi"

Klopp e il fenomeno Dea. "C'è solo da imparare...". Che occasione per Gasp

Prima il Liverpool, poi l'Inter. La Dea va agli esami di maturità: in cinque giorni si capirà veramente quale potrà essere la sua dimensione italiana ed europea. Per l'Atalanta ormai è vietato nascondersi: né in campionato e nemmeno in Europa i nerazzurri sono più una semplice bella sorpresa, ma piuttosto una realtà consolidata a cui adesso bisogna prendere le misure. Ovvio che a Bergamo nessuno parli di scudetto e tanto meno di Champions, ma dopo quello che Gasperini e i suoi hanno costruito negli ultimi anni, non c'è nemmeno da stupirsi che persino Jurgen Klopp, uno dei tecnici più innovativi del calcio contemporaneo, si inchini davanti a Gomez e compagni: «Il Papu è un genio, ma è tutta l'Atalanta che mi piace moltissimo, una squadra sempre all'attacco, con un gioco spettacolare. Equivale a quello che da noi è il Leeds di Bielsa. Con tutto il rispetto per l'Ajax, è il match con l'Atalanta ad avere una sapore particolare».

E se l'Atalanta ha un sapore particolare per Klopp, figuriamoci che sapore può avere il Liverpool per i bergamaschi. «Il vero rimpianto ammette Gasperini che dovrà fare a meno di due pedine importanti come De Roon e Gosens è doverlo affrontare a porte chiuse, qui a Bergamo e poi in Inghilterra: giocare in quello stadio, di fronte a quel pubblico magnifico, sentire il loro inno, sarebbe stato un sogno. Un sogno che chiunque ama il calcio ha da sempre». Già, ma purtroppo per la pandemia non vale più nemmeno You'll never walk alone, perché anche il Liverpool, come tutti, questa volta dovrà camminare da solo, ad Anfield come stasera. L'ennesima disdetta per una città come Bergamo che sta toccando il momento più alto della sua storia calcistica e non riesce a goderselo come meriterebbe. Un anno fa la gente orobica doveva scendere a Milano per vedere la Dea debuttare in Champions, ma mentre entrava a San Siro già sognava viaggi nelle altre grandi cattedrali europee: padri e figli con la sciarpa nerazzurra al collo fantasticavano di arrivare un giorno al Bernabeu o a Stamford Bridge, al Camp Nou, all'Allianz di Monaco o proprio ad Anfield, senza sapere che l'Atalanta ci sarebbe arrivata e loro invece no, bloccati dal tremendo virus.

D'altra parte il Liverpool è un punto di passaggio per tutti club che vogliono dirsi veramente grandi. I Reds evocano trionfi e incubi: dalla leggendaria rimonta dell'Inter di Herrera alla beffa di Istanbul con rivincita ad Atene del Milan di Ancelotti, dalla notte vincente ma tragica della Juve all'Heysel ai rigori maledetti della Roma nella finale dell'Olimpico, alla incredibile impresa del Genoa di Bagnoli, la dimensione a cui potrebbe avvicinarsi maggiormente questa Atalanta di Gasperini che, guarda caso, è stato anche l'ultimo tecnico a portare in Europa il Grifone.

Quel Genoa fu la prima squadra italiana a vincere ad Anfield, passando il turno per finire poi la corsa in semifinale proprio contro l'Ajax. Strane combinazioni del pallone, con la speranza che l'Atalanta possa fare anche meglio.

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