Roberto Gotta
L'ultimo assist di Mesut Özil in Premier League, insomma l'ultimo passaggio smarcante, risale al 7 marzo scorso, Arsenal-West Ham 1-0 con gol di Alexandre Lacazette. Non difficile da ricordare, visto che oltre che era stato solo il secondo della stagione. Dalla ripresa, a luglio, Özil non ha più giocato, tenuto fuori per ragioni tecniche', secondo l'allenatore Mikel Arteta. Da fermo, però, il tedesco di origine turca e di amicizia con il presidente Recep Erdogan ieri ha effettuato un passaggio non male: quello di fondi, dal proprio stipendio da un milione e mezzo di euro al mese al conto di Jerry Quy, un signore che indossa, nei giorni delle partite e in occasioni di rappresentanza, il costume di Gunnersaurus, un dinosauro verde che dal 1993 è la mascotte dell'Arsenal.
Indossa, o indossava: perché nella giornata di lunedì il club ha annunciato di aver estinto' Gunnersaurus, non potendogli pagare il compenso a causa della crisi generata dalla pandemia, stesso motivo per cui a metà estate erano stati lasciati a casa 55 dipendenti. Nello specifico, essendo il signor Quy un dipendente del club che svolge anche la funzione di mascotte, si è trattato di un taglio in più, ma che tutto questo sia avvenuto nelle ore in cui si chiudeva l'acquisto di Thomas Partey dall'Atletico Madrid per 50 milioni di euro ha indispettito molti, creando una reazione a livello planetario.
Il Siviglia, simpaticamente, ha risposto su Twitter ad una domanda della UEFA (chi comprereste?) pubblicando proprio la foto di Gunnersaurus, è stata aperta sul sito GoFundMe una raccolta fondi e alla fine è arrivato Özil, che si è offerto di pagare Quy fino al giorno in cui il suo contratto sarà ancora in mano all'Arsenal.
Quy non è più giovanissimo ma fisicamente è in forma, come è richiesto per portarsi appresso un costume alto oltre due metri e per giocare a bocce nella versione britannica, chiamata Bowls, da membro di una squadra di una contea: nel periodo di stop della Premier League si era vestito da Gunnersaurus anche in casa, senza ovviamente rivelare la propria identità, e alcuni post lo avevano reso simpatico persino a chi, 27 anni fa, aveva accolto il suo arrivo - dopo un concorso di idee tra giovani tifosi - con costernazione, come introduzione di un elemento americanizzante che col calcio inglese c'entrava poco o nulla.
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