L'Alpe d'Huez al baby. Ma è un Tour da sogno col duello d'altri tempi

Al Tour de France botta e risposta tra du ali di folla. Pidcock diventa il più giovane a vincere sulla mitica salita. Vingegaard-Pogacar: sfida aperta

L'Alpe d'Huez al baby. Ma è un Tour da sogno col duello d'altri tempi

Voleva la rivincita e Jonas Vingegaard gliel'ha concessa subito, anche se non gli lascia spazio e non gli concede un solo metro. Dopo averlo preso a pesci in faccia l'altro giorno, ieri il Principe di Danimarca, da buon pescatore, dimostra pazienza. Si mette lì e lo lavora ai fianchi (anche ieri i Jumbo Visma sono stati eccezionali, ndr). Attende che a muoversi sia il piccolo principe sloveno, che sull'Alpe ci prova tre volte tre, senza però scalfirlo di un solo millimetro.

La maglia gialla risponde colpo su colpo, con pazienza e puntualità. Fra lui e il bimbo sloveno, sembra non esserci differenza. Forte va uno, come forte va anche l'altro. Tour finito? Certo che no: nello sport ci sta tutto, così come nella vita. C'è il Covid e le crisi, anche di fame. Come l'altro giorno ha svuotato il corridore sloveno, lo stesso può capitare a chiunque, anche se non sarà facile. A proposito: Pogacar studierà anche da cannibale, ma come fa a dimenticarsi di mangiare?

Questo per quanto riguarda la classifica. Questo per quanto riguarda i due duellanti: Vingegaard e Pogacar. La tappa, invece, finisce ad un predestinato del pedale, ad un ragazzino britannico di soli 22 anni che va ad allungare la lista della nuova generazione di fenomeni: Tom Pidcock, inglese di Leeds, oro olimpico a Tokyo nel cross country e recente iridato di ciclocross, il quale si porta a casa l'Alpe d'Huez, il traguardo che ieri ha festeggiato i suoi 70 anni (la prima vittoria è di Fausto Coppi nel 1952, ndr).

Al suo primo Tour, Tom è venuto a studiare, ma come tutta questa generazione di fenomeni Pidcock è tipo nato pronto: prima incanta in discesa, pennellando curve come Valentino Rossi, poi incanta in salita, salutando a dieci dal traguardo i quattro compagni di fuga, fra i quali il nostro Ciccone e già che c'è, grazie a questo successo, rientra anche in classifica (7° a 7'39, ndr). A guardare restano invece i francesi che nel giorno della festa nazionale, fanno festa.

Tom Pidcock fa rimanere in casa Ineos l'Alpe d'Huez. Dopo il trionfo di Geraint Thomas nel 2018, ecco un altro britannico, che non nasconde la propria soddisfazione. «Prima vittoria in un Grande Giro, farlo al Tour e su questa salita leggendaria, mica male! Ora può pure non succedere nulla da qui a fine corsa e potrò comunque ritenermi soddisfatto. Scherzi a parte, oggi (ieri per chi legge, ndr) ero libero di andare in fuga e dopo aver perso l'occasione inizialmente ho rimediato. Ed è stato bellissimo fare quello slalom giù dal Galibier insieme a Chris Froome.

Oggi (ieri per chi legge, ndr) per me si tratta forse del più bel giorno in bici della mia vita: procedere verso un trionfo tra due ali di folla così, sono cose che succedono solo al Tour».

Oggi, dopo le Alpi, tredicesima tappa: Le Bourg d'Oisans-Saint Etienne, 193 km. Giornata dedicata ai velocisti o ai "baroudeurs", cioè agli attaccanti.

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