L'Australia apre ai no vax, vittoria a metà per Djokovic

Prima green pass per tutti, ora tamponi e quarantena. Ma non è finita

L'Australia apre ai no vax, vittoria a metà per Djokovic

Sembra una vittoria, ma forse non lo è. Djokovic (e non solo) contro l'Australia, in mezzo il primo match della stagione che rischia seriamente di vedere il tabellone disertato da diversi tennisti di vertice, se le regole anti Covid continueranno ad essere restrittive per chi non si vuole vaccinare. Il serbo, si sa, si è dichiarato in passato no-vax convinto, salvo poi adesso non voler più prendere posizione sull'argomento, come dichiarato in un'intervista uscita qualche giorno fa: «È un argomento privato, ci sono troppe strumentalizzazioni: non dirò più se sono favorevole o contrario». In realtà un conto non ufficiale del ranking riporta un numero altissimo di tennisti senza copertura, un fenomeno trascinato da alcune reazioni avverse verificatesi ad alto livello, come quella di Jeremy Chardy. Il francese arrivato fino al numero 25 del mondo, che da qualche mese non riesce più a giocare, dopo aver perso dei match nelle qualificazioni di tornei nei quali prima lottava da protagonista: «È cose se avessi perso le forze, sto lottando contro questo malessere che non passa. Non so se tornerò mai a giocare».

Molti tennisti insomma hanno paura, il loro sforzo fisico ad alto livello potrebbe - pensano - contrastare con la prevenzione alle vie respiratorie del vaccino. E in una stagione sempre più compressa, i rischi potrebbero essere maggiori dei benefici.

Ed è qui dunque che si arriva in Australia: dopo aver fatto sapere informalmente che il torneo di Melbourne sarebbe stato aperto solo ai vaccinati con due dosi, ora Tennis Australia ha in parte ceduto in una mail di chiarimenti inviata alla Wta (il circuito femminile) che il giornalista Ben Roethlisberger del New York Times ha reso nota su Twitter. In pratica: chi è vaccinato non avrà alcuna restrizione, chi non lo è si dovrà fare 14 giorni chiuso in albergo e poi tamponi tutti i giorni.

Game, set, match Djokovic? Tutt'altro: insofferenti all'estenuante quarantena già applicata un anno fa (con alcuni big spostati a Brisbane per evitarla), molti giocatori sono in rivolta. In pratica: se le regole sono queste, niente Australia. La minaccia, non ancora esplicita, è stata sussurrata agli organizzatori, che stanno cercando un compromesso difficile da trovare, ora che il Paese è riuscito ad uscire dal lockdown e a riaprire le frontiere.

Insomma prima di essere sicuri che Djokovic andrà in Australia ci sono altre puntate di questa telenovela tennistica a cui assistere.

Il tutto mentre il circuito si prepara allo showdown di una stagione che avrà una pausa minima: questa settimana si gioca a Vienna, poi a Parigi Bercy e poi ancora - prima della Davis - ecco le Atp Finals. Il traguardo a cui punta Jannik Sinner, che - vinto il torneo di Anversa - da ieri ha superato in classifica perfino Federer.

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