Igli Tare è ormai da anni il fido braccio destro di Claudio Lotito, Presidente della Lazio. Il direttore sportivo del club biancoceleste è stato spesso criticato, come il patron, dai tifosi biancocelesti anche se i capitolini sono sempre lì in vetta alla classifica nonostante non siano ai livelli degli altri club italiani. Ai microfoni di Sky, Tare ha svelato dei particolari incresciosi sul suo lavoro da dirigente: "In alcuni momenti ho avuto anche paura per la mia famiglia. In particolare nel periodo della cessione di Hernanes. È stato un momento brutto, che dentro di me porto come un'esperienza molto negativa. Una parte di me è morta, per quel che riguarda il modo di vivere il calcio. Lì tocchi la parte brutta del calcio".
Tare è poi entrato nello specifico: "Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato anche a questa scelta, soprattutto pensando alla famiglia. Fosse stato per me non avrei avuto nessun problema ad andare avanti, mal il problema è che abbiamo ricevuto anche minacce di morte, ai famigliari, alla moglie, ai figli, cose che, veramente, non si possono raccontare. Quelli sono stati dei momenti in cui ho pensato se davvero valeva la pena andare avanti, o di mollare". L'ex attaccante di Brescia e Lazio ha poi raccontato come accettò il suo ruolo da dirigente: "Quando il presidente Lotito mi chiese di accettare questa avventura tra me e me dissi: questo è un pazzo.
All'inizio del mio percorso siamo stati sempre insieme, anno dopo anno ha capito le mie qualità, facendosi via via da parte sia sulla scelta del giocatore sia sulle trattative. Quando ci sono delle difficoltà a livello economico il suo intervento è fondamentale per risolvere queste problematiche".
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